Morto Mazzocut, l'istruttore che salvò i bimbi dalla tromba d'aria

Morto Mazzocut, l'istruttore che salvò i bimbi dalla tromba d'aria
LUTTO NELLA VELALa vela è sempre stata la sua grande passione e almeno negli ultimi vent'anni era diventata qualcosa di più. Attraverso i suoi insegnamenti sono passate...

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LUTTO NELLA VELA
La vela è sempre stata la sua grande passione e almeno negli ultimi vent'anni era diventata qualcosa di più. Attraverso i suoi insegnamenti sono passate generazioni di giovani veneziani che sono stati avvicinati allo sport della vela. C'è chi ha continuato con l'attività agonistica e ha continuato ad averlo come allenatore e accompagnatore, e chi si è semplicemente avvicinato a quel mondo e lo ha comunque ringraziato.

È morto martedì notte Franco Mazzocut, socio, ex consigliere, e istruttore del Diporto velico veneziano, nonché giudice nazionale della Federazione italiana vela. Al Diporto lo conoscevano tutti, ma anche in città è stato un personaggio.
«A Franco - scrive il direttivo del Diporto, presieduto da Luigi Zennaro - il ringraziamento del Diporto velico veneziano per la preziosa collaborazione: per anni ha avvicinato i giovanissimi al mondo della vela insegnando con passione dai primi rudimenti ai segreti delle regate. Buon vento Franco! E un abbraccio alla moglie Renata e al figlio Andrea».
Ci sarebbero centinaia di aneddoti da raccontare su Franco e sul suo carattere buono che poteva inizialmente apparire come burbero. Quello che forse gli rende più giustizia è il modo con cui gestì l'emergenza durante la tromba d'aria che investì Sant'Elena il 12 giugno 2012. Grazie al suo sangue freddo, tutti i bambini e ragazzini della scuola guida non ebbero conseguenze gravi dall'episodio, ma solo tanta, tanta paura.
Attento come sempre all'evoluzione del tempo, quel pomeriggio Mazzocut aveva ordinato agli equipaggi di riportare subito le barche in terra e quando cominciò a piovere li fece rifugiare nel container adibito a spogliatoio. Il resto lo lasciamo alla sua testimonianza raccolta allora: «Non ci siamo accorti della tromba d'aria - è il racconto a presa diretta -. Quando abbiamo visto il maltempo, siamo rientrati con le barche al Diporto. Se no, non saremmo qui a raccontarlo! Come facciamo sempre, quando piove, siamo rimasti dentro lo spogliatoio. All'improvviso il container si è mosso. Ho pensato: Adesso voliamo. Mai visto una cosa del genere e di temporali, in tanti anni che vado in barca, ne ho passati tanti! Ho cercato di mantenere la calma con i bambini, ce n'erano anche di 6 anni...».
Poi, quando finì tutto e i pompieri cercavano di aprire un varco nel container che era finito a 45 gradi contro un albero, lui aveva già tolto un pannello per far uscire tutti. Ancora una volta si era preso cura dei suoi ragazzi.

I funerali oggi alle 10 a San Michele. (m.f.)
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Il Gazzettino