Morte Pennacchi, da Coletta a Zaccheo: «Era un simbolo della nostra città»

L'abitazione di Antonio Pennacchi, dove ieri è deceduto
 Dolore e tristezza unanime per la scomparsa di Antonio Pennacchi. Diversi gli interventi di cordoglio per lo scrittore pontino che più di chiunque altro ha saputo...

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 Dolore e tristezza unanime per la scomparsa di Antonio Pennacchi. Diversi gli interventi di cordoglio per lo scrittore pontino che più di chiunque altro ha saputo proiettare l'immagine di Latina a livello nazionale.


«Una enorme perdita non solo per la citta di Latina - commenta il sindaco Damiano Coletta - ma per tutto il Paese. I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. E' una vera e propria icona di Latina. Pennacchi appartiene al patrimonio della citta è tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito». Nicola Zingaretti sottolinea la figura di «un intellettuale libero, schietto e irriverente. Ha raccontato con grande passione un pezzo della nostra terra e della nostra storia». Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) sottolinea il legame con il territorio: «Conosceva e amava Latina come pochi altri. Ha saputo raccontare la città, i suoi volti, la sua storia, le sue sfaccettature con uno stile unico e inconfondibile che lo ha portato a vincere il Premio Strega. Alla politica, a quella locale in particolare, lanciava invettive e provocazioni mai banali che erano fonte di riflessione per tutti».
Claudio Durigon (Lega) evidenzia «i sacrifici delle intere generazioni di coloni dell'Agro pontino» raccontati dallo scrittore pontino. «Latina gli è debitrice» commenta il sottosegretario al Mef.
A livello locale sono numerosi i ricordi dello scrittore. «La morte di Antonio Pennacchi (nella foto la sua abitazione) - commenta la consigliera comunale Giovanna Miele - porta via a Latina una voce che ha saputo raccontare come nessuno la storia di questa città, della sua gente, della sua comunità. E l'intero Paese perde uno scrittore tra i migliori degli ultimi decenni. I suoi romanzi, gli articoli, le invettive anche contro la politica, sono stati da stimolo per il nostro territorio e per il dibattito pubblico, arricchendo ognuno di noi. Pennacchi, come pochi altri, ha dato lustro a Latina facendo conoscere la storia di queste terre, la Fondazione, restituendo dignità a chi ha messo sangue e sudore nella bonifica. Il Premio Strega per Canale Mussolini legherà per sempre il nome di Antonio Pennacchi a Latina».
Un ricordo commosso arriva dall'ex sindaco Vincenzo Zaccheo: «Antonio ed io siamo cresciuti, come molti della nostra generazione, all'Oratorio Don Bosco. Il padre serviva messa e noi bambini, divertiti, lo aiutavamo. Poi ci siamo rivisti qualche anno dopo, quando entrambi militavamo nella Giovane Italia. Antonio, con il passare degli anni, ha imboccato un altro sentiero politico. Sempre mantenendo intatte la passione, l'intelligenza, l'animo libero che lo caratterizzavano. Mi ha regalato una emozione grande quando, nella parte seconda di Canale Mussolini, ha dedicato pagine alla memoria di mio padre. Il nostro - continua Zaccheo - era un legame familiare: con la sorella Laura ho condiviso l'impegno in Parlamento. Pur se in diversi schieramenti, non è sono mai venuti meno la collaborazione istituzionale ed il rispetto reciproci. Incontrai Antonio, Laura e tutta la famiglia Pennacchi al Fogolar Furlan in occasione dello scorso Santo Natale. Non dimenticherò le sue lunghe camminate sotto i portici di Corso della Repubblica, aiutato dal bastone per il dolore alla schiena che lo tormentava».

Marco Cusumano
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Il Gazzettino