Morta Leonora, 57 anni fa aveva sposato Cleante Zat

Morta Leonora, 57 anni fa aveva sposato Cleante Zat
IL DRAMMACANEVA Hanno chiamato che era un quarto a mezzanotte, una voce che non so se riuscirò mai a identificare Per me era un angelo. Un angelo che ha tenuto per mano mia madre...

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IL DRAMMA
CANEVA Hanno chiamato che era un quarto a mezzanotte, una voce che non so se riuscirò mai a identificare Per me era un angelo. Un angelo che ha tenuto per mano mia madre fino all'ultimo, come avrei fatto io. Quella donna sconosciuta telefonava dal reparto Covid dell'ospedale di Palmanova, dove era ricoverata Leonora Pilla, 80 anni, di Caneva, da 57 moglie di Cleante Zat, anche lui classe 1940, il preparatore atletico dell'Inter e dell'Udinese di Zico che sta lottando contro il Coronavirus nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Pordenone.

IL RACCONTO
Mi hanno detto che la mamma non ha sofferto e che non era sola, racconta la figlia Barbara Zat, che assieme alla sorella Valentina sta affrontando una prova durissima. Dopo Giuseppe Benedet, per tutti Bepon, la comunità di Caneva piange la seconda vittima del virus nel giro di pochi giorni.
Cleante e Nori (così la chiamava dolcemente il marito) si erano innamorati che erano ancora ragazzini. Lui figlio del panettiere di Caneva e lei del casaro arrivato da Polcenigo, si erano sposati a 22 anni. Lei è rimasta al paese a tirar su due figlie, lui ha girato i campi di calcio, fino ad arrivare al Real Saragozza e all'Inter, come preparatore atletico. Due settimane fa si sono ammalati. Tosse, febbre, il tampone e infine la comunicazione che erano positivi al Coronavirus. Era un giovedì, quando le loro condizioni si sono aggravate. E' arrivata un'ambulanza, gli operatori tutti coperti che vedevi solo gli occhi racconta la figlia Barbara E' stata un'esperienza terribile, gli ho detto ciao papà, credo lui abbia risposto. Due ore dopo l'ambulanza è tornata per mamma Nori. Era lucida, ha guardato la figlia mormorando questo è un grande guaio, vero?. E la sua primogenita, straziata dal dolore, ha chiesto agli infermieri di non lasciarla sola.
NON ERA SOLA
In questa catastrofe, come la definisce Barbara Zat, forse l'unico conforto è sapere che la madre non è mai stata lasciata sola. E nemmeno il padre. Ogni sera spiega c'è un medico che mi chiama dalla terapia intensiva di Pordenone, è il dottor Tommaso Pellis che, con le dovute maniere, mi informa sulle condizioni di mio padre. Gli sono grata, perché nonostante le grandi difficoltà che stanno affrontando trova il tempo di chiamarmi. Voglio fare un plauso a medici e infermieri che mettono a rischio le loro vite per stare accanto ai nostri cari. Sono meravigliosi, non finirò mai di ringraziarli, penso a tutti e prego per tutti. E ringrazio anche il medico di famiglia Cristina De Martin che ci è sempre stata vicino.

Come Cleante e Nori si siano contagiati non è chiaro. Zat andava al circolo di Fratta ogni sera dalle 19 alle 19.20 per bere il caffè, ma non aveva contatti con chi giocava a carte. E' stato scritto che anche la badante ha contratto il virus. In realtà non è la badante, ma una sorta di figlia dell'anima. E' una signora che ha avuto delle difficoltà e che mio padre ha aiutato spiega Barbara Quando la mia famiglia ha avuto bisogno, ha voluto ricambiare in segno di gratitudine prendendosi cura di mia madre per qualche ora al giorno in un momento difficile. I miei genitori la trattavano come una figlia. Anche lei è stata contagiata, ma ora sta bene. La famiglia Zat ha avuto un supporto psicologico da parte della struttura sanitaria: E' stato importante, mi hanno aiutato molto. Le figlie di Leonora Pilla non potranno celebrare il funerale in chiesa. Anche questo dolore è stato accettato con compostezza.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino