MONTEBELLUNA «Sono contento che anche il sindaco Favero abbia preso atto

MONTEBELLUNA «Sono contento che anche il sindaco Favero abbia preso atto
MONTEBELLUNA«Sono contento che anche il sindaco Favero abbia preso atto che quella mia iniziativa è ancora illuminante, un intervento vincente per eliminare certe storture non...

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MONTEBELLUNA
«Sono contento che anche il sindaco Favero abbia preso atto che quella mia iniziativa è ancora illuminante, un intervento vincente per eliminare certe storture non tollerabili». Giancarlo Gentilini non può che compiacersi: oltre vent'anni dopo, fa ancora scuola.

LA STORIA
Era il 1997 quando, alla guida dell'amministrazione del capoluogo da un triennio, diede ordine agli operai comunali di eliminare le panchine dai giardini pubblici prospicienti la stazione ferroviaria per non dar modo, spiegò, di sostarvi a perdigiorno e soggetti poco raccomandabili, in prevalenza stranieri. L'operazione, rimbalzata su tutte le cronache nazionali, consolidò il mito dello Sceriffo tra i sostenitori e gli attirò critiche parimenti feroci da parte dei detrattori. Non può non richiamare alla mente quel precedente, la decisione del primo cittadino di Montebelluna Marzio Favero di togliere le sedute nell'area nei pressi della stazione montebellunese (altra analogia), da tempo teatro di degrado ed episodi di microcriminalità.
BASTA DORMITORI
«Disposi quel provvedimento rimarca Gentilini - perché con questa immigrazione clandestina le panchine erano diventate dei dormitori. Sono stato accusato di razzismo, di odiare gli immigrati, ma semplicemente avevo applicato quello che mi chiedeva il mio popolo. Quella mia iniziativa fu bocciata dalla sinistra a tutti i livelli, però si è dimostrata una carta vincente: hanno seguito il mio esempio in tutto il mondo. E Favero non sarà l'ultimo, ci saranno altri proseliti».

Nonostante le polemiche e le manifestazioni di protesta, Genty ribadisce rifarei tutto e, anzi, rimane tuttora convinto dell'utilità di un simile intervento. «È un rimedio necessario: con questa invasione incontrollata, le panchine purtroppo sono un giaciglio per sfaccendati senza arte né parte. In questo senso accuso i governi di non aver seguito le direttive da me suggerite allora: nessuno deve entrare in Italia senza essere in regola con le nostre leggi. Come avveniva per i nostri emigranti: nel 1948 due miei amici furono rimandati indietro dalla Svizzera perché trovarono loro dei denti cariati». Insomma, in 25 anni non è cambiato nulla? «Perché non è stata seguita la filosofia gentiliana». E al sindaco Favero lo Sceriffo lancia un monito: «Ha fatto bene, questa è la strada giusta. Io l'ho tracciata, a voi seguirla». (m.z.)
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Il Gazzettino