Monica Reato, la proprietaria del canile - rifugio "abusivo" di Ca' Emo

Monica Reato, la proprietaria del canile - rifugio "abusivo" di Ca' Emo
Monica Reato, la proprietaria del canile - rifugio "abusivo" di Ca' Emo apre per la prima volta le porte della sua struttura alla stampa. Finora, di fronte ai blitz del gruppo...

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Monica Reato, la proprietaria del canile - rifugio "abusivo" di Ca' Emo apre per la prima volta le porte della sua struttura alla stampa. Finora, di fronte ai blitz del gruppo Centopercentoanimalisti che avevano manifestato davanti alla sua proprietà era rimasta in silenzio. Il canile-rifugio ospita una settantina di cani. «Sono tutti vaccinati e microchippati. I recinti poi non sono pieni di ruggine come vogliono far credere i Centopercento. L'unica ruggine che si può notare esternamente è quella delle reti elettrosaldate in alcune zone della struttura. Per il resto è tutto pulito».

Anche il settore veterinario dell'Ulss 19 ha certificato che i suo cani stanno bene. Reato infatti mostra copie del verbali redatti negli ultimi mesi e anche nelle ultime ore. «Anche venerdì mattina ho ricevuto una visita ispettiva e di controllo. Pure in questo caso non ci sono stati problemi. Non si leggeva un microchip di un cane, si era smagnetizzato, e si è provveduto ad una nuova microchippatura».
È vero che le mancano le autorizzazioni? «Ho iniziato da alcuni anni un percorso per mettermi in regola se si riferisce all'aspetto veterinario». Quando nasce la sua passione per i cani? «Fin da piccola era un mio sogno. Io ho vissuto nel Veneziano e poi a Pettorazza. Da qualche anno mi sono trasferita qui».
Mentre mostra la strutture, tutto attorno è perfettamente pulito ed i cani, ben in slaute, alcuni hanno un loro piscinetta privata, ci girano attorno scodinzolando. È vero ci sono delle situazioni da sanare dal punto di vista edilizio? «Alcune tettoie ed una costruzione in particolare non sono a norma. Non ho chiesto l'autorizzazione prima di edificarle. Ho sbagliato, ma è un problema mio con il Comune di Adria non certo di Centopercentoanimalisti».

Da cosa nasce tutta questa astio nei suoi confrontì «Tutto nasce da quanto ho dato una mano per il canile di Castelbaldo Masi difeso da Centopercentoanimalisti. Lì sì, ne hanno parlato anche i Tg nazionali, hanno trovato cani morti nei frigo e scarse condizioni igieniche. Ho solo fatto il mio dovere. Se la stanno prendendo con me e con un'altra volontaria in altra parte d'Italia solo per aver fatto il nostro dovere». Come andrà a finire questa storia: «Spero che mi lasciano in pace e che possa vivere con i miei cani. Alcuni li ho raccolti, altri me gli hanno portati qui. Sono pronti per essere adottati. Io non chiedo nulla. Molti di questi erano destinati ad essere abbandonati o maltrattati. Ci sono delle persone che mi danno una mano. Altre che mi regalano il cibo».
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Il Gazzettino