Il poeta Andrea Zanzotto, cui il Molinetto della Croda era caro, scriveva di «rari luoghi in cui resistere, dove Muse si danno convegno per ricordarci ancora che esiste il...
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L'attività del mulino era molto importante per i paesi limitrofi a Refrontolo e la mola interna, azionata dall'acqua del Lierza, ha continuato a macinare il mais per la polenta fino al 1953. La famiglia dell'ultimo mugnaio, Ernesto Morgan, che qui ha vissuto e lavorato, con l'incalzare della civiltà industriale si è vista costretta ad abbandonarlo per sempre nel 1970. Successivamente il Molinetto cadde in degrado fino al suo acquisto, nel 1991, da parte dell'amministrazione comunale che lo fece tornare agli antichi splendori. Nel corso degli ultimi 20 anni, tanti sono stati gli eventi organizzati al suo interno per valorizzare la cultura locale, tra i quali si ricorda la retrospettiva del 2009 dell'artista Angelo Lorenzon (1927-1978), che ha consentito di conoscere molte opere inedite della sua produzione. La narrazione dei fatti ci porta poi, inevitabilmente, al doloroso ricordo dell'alluvione dello scorso 2 agosto. La forza impetuosa dell'acqua non è però riuscita a spazzar via il legame che molte persone hanno stretto con questo luogo in 400 anni di storia, e lo scopo del libro è che «con l'aiuto di tutti, su questi stessi valori e sentimenti, l'amore per la terra, l'accoglienza, il rispetto per la natura, l'operosità, la riconoscenza nei confronti delle tradizioni, la speranza e la volontà di riprendere il dialogo con l'ambiente, sarà possibile fondare la completa rinascita del Molinetto della Croda». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino