Lettere con minacce di morte anonime e frasi apparentemente scritte in arabo, inquietanti graffiti sui muri, lancio di pietre contro la casa e perfino lo zerbino dato alle fiamme:...
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Era stato, infatti, il ragazzo a lasciare tracce proprio per fare in modo che le accuse potessero ricadere su di loro. Ma i carabinieri, alla fine, hanno stretto il cerchio attorno al giovane, di soli 16 anni, denunciato alla Procura del tribunale per i minorenni di Venezia per reati che vanno dagli atti persecutori alle molestie.
Il tutto si è svolto nel circondario di Lendinara ed ha visto i militari della Compagnia di Rovigo, coordinati dal maggiore Salvatore Gibilisco, a indagare a fondo per venire a capo di un giallo che apparentemente sembrava senza soluzione.
Dopo le continue scritte sui muri, il danneggiamento del portone e l'incendio dello zerbino, la famiglia dsl ragazzino aveva installato una videocamera. Ma le azioni erano andate avanti con lanci di grossi sassi e di altri pesanti oggetti, contro le pareti e il selciato esterno. Il tutto condito dalle lettere minatorie a creare un crescente senso di inquietudine. Un vero e proprio incubo. E la sua fine non è stata meno angosciante.
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Il Gazzettino