Minacce a Bebe Vio, si indaga su altre due pagine Facebook

Minacce a Bebe Vio, si indaga su altre due pagine Facebook
VENEZIA - Altre due pagine Facebook sotto inchiesta per le minacce e le offese rivolte a Bebe Vio, dopo quella fatta oscurare dalla Polizia postale la scorsa settimana nell'ambito...

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VENEZIA - Altre due pagine Facebook sotto inchiesta per le minacce e le offese rivolte a Bebe Vio, dopo quella fatta oscurare dalla Polizia postale la scorsa settimana nell'ambito di un'inchiesta avviata per i reati di minaccia grave e istigazione a delinquere.

Nel corso delle indagini disposte dal procuratore reggente di Venezia, Adelchi D'Ippolito, gli agenti si sono imbattuti in altre due pagine piene di commenti ingiuriosi e di dichiarazioni offensive nei confronti della campionessa paralimpica di scherma. Gli investigatori della Postale sono al lavoro per cercare di identificare tutte le persone che hanno postato commenti che possano configurare un reato, per poi poterle perseguire penalmente.
Il fascicolo d'inchiesta è stato aperto sulla base di una segnalazione del Codacons: l'associazione dei consumatori ha sollecitato provvedimenti nei confronti delle persone che in maniera vile, approfittando dell'anonimato garantito dalla Rete, hanno incitato all'odio e alla violenza nei confronti di Bebe Vio. Non è la prima volta che accade, purtroppo: dichiarazioni che in pubblico nessuno si sognerebbe mai di fare, vengono scritte da decine di persone su Internet, come se, nascosti dietro ad uno schermo di computer, venissero improvvisamente a mancare ogni freno inibitore e la consapevolezza dei danni e del dolore che certe espressioni possono fare, soprattutto se diffuse ad una platea di centinaia, a volte di migliaia di persone.
Il Codacons ha sollecitato la Procura ad estendere gli accertamenti ai numerosi gruppi nati su Facebook che incitano all'odio e alla violenza, soprattutto verso donne, gay e disabili. Gruppi nei quali si scambia materiale pedopornografico e ritenuti estremamente pericolosi perché possono avere effetti negativi sui più giovani o sulle menti più fragili, portandoli a compiere gesti illeciti. Stando a quanto segnalato, l'autore della pagina contro Bebe Vio risulterebbe essere anche membro e amministratore di uno di questi gruppi.

Anche la campionessa paralimpica di Rio ha annunciato di aver sporto querela per le allusioni a sfondo sessuale e le volgarità di vario genere contenute su Facebook in relazione al suo nome. «Sono amareggiata perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo (il mondo della disabilità, lo sport paralimpico, le vaccinazioni per la meningite, le associazioni Onlus e tutto lo stupendo mondo del volontariato) e trovo sbagliato che mi trattino così - ha dichiarato nei giorni scorsi - Sono delusa perché mi fanno un po' tristezza quelle persone che usano internet per insultare e denigrare gli altri, a prescindere dal motivo. Io comunque vado avanti per la mia strada».
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Il Gazzettino