Milano stringe sul Banco

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MILANO - Popolare di Milano stringe sul Banco Popolare. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna potrebbe arrivare ad un accordo di massima con la banca scaligera tra l'ultima...

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MILANO - Popolare di Milano stringe sul Banco Popolare. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna potrebbe arrivare ad un accordo di massima con la banca scaligera tra l'ultima settimana di febbraio e la prima di marzo. Questa la previsione raccolta in ambienti vicini ai due gruppi. In altre parole, sembrano allontanarsi ulteriormente le ipotesi Ubi Banca e quella del viaggio in solitaria. I contatti con gli advisor (Citi e Lazard per la Milano e Mediobanca e Bofa Merrill Lynch per Verona) sono serrati e un'accelerazione è attesa a valle dell'approvazione dei conti in agenda la prossima settimana. Al centro del tavolo i nodi sulla governance, con la Bpm che chiede un board paritetico (8 consiglieri ciascuno più 3 indipendenti), e quelli sui potenziali esuberi e sugli sportelli in eccesso per via delle sovrapposizioni. Questione superata, almeno a detta del Ceo Pier Francesco Saviotti, sul tema dell'aumento di capitale che sembrerebbe non essere necessario.

Intanto, a ribadire l'augurio del consolidamento è stato il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan: «Permettetemi di sollecitare il nostro sistema bancario e finanziario ad approfittare di una Ue più forte e integrata», ha detto tornando sull'argomento, mentre stringono i tempi per l'attuazione della riforma delle Popolari che prevede la trasformazione in Spa entro fine anno. Nel frattempo, però, in Borsa la seduta è stata una di quelle da dimenticare per il sistema bancario in generale e per il fronte delle popolari in particolare. Tra raffiche di sospensioni al ribasso, il Banco Popolare è caduto del 10,02% a 7,99 euro, al fianco della Bpm (-5,71% a 0,67 euro) e Ubi (-8,99% a 3,7 euro). Male anche gli altri due istituti in predicato di trovare un partner: Carige ha chiuso a -7,27% a 0,61 euro e il Monte -6,67% a 0,54 euro.
Proprio l'Ad di Mps (in foto uno sportello della controllata Antonveneta), Fabrizio Viola ha avuto modo di rassicurare il mercato sulla buona salute del proprio istituto, da tempo bersagliato in Borsa, auspicando al tempo stesso di trovare un partner. Intervistato da Radio24 il banchiere ha detto: «È vero che abbiamo bruciato, da un punto di vista borsistico, un aumento di capitale, ma è anche vero che la banca oggi è dotata di quasi 10 miliardi di patrimonio netto di bilancio che si confronta con circa 1,7 miliardi di valore di mercato». Quanto al dossier fusioni ha aggiunto: «Nelle ultime settimane, negli ultimi mesi in Italia si è parlato molto di matrimoni, ancora devo vedere il primo. Quindi, certamente il Monte dei Paschi, soprattutto per le sue dimensioni, diciamo che è una sposa che ha bisogno? che deve trovare un marito adeguato" e «non faccio questioni di nazionalità».

Nel frattempo il Veneto è in fibrillazione per il destino delle due grandi Popolari non quotate. Veneto Banca: i grandi soci chiedono due posti in cda e promettono battaglia in vista della quotazione e dell'assemblea straordinaria. Popolare Vicenza: in arrivo nuove cause mentre c'è grande attesa per il bilancio 2015, che verrà reso noto il 9 febbraio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino