La partita è delicata e dagli esiti incerti. Anche perché le organizzazioni umanitarie che hanno sottoscritto il nuovo Codice di condotta voluto dal ministro degli Interni Marco...
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La prima ad annunciare il passo indietro è stata Medici senza frontiere, da giorni in polemica anche con il governo italiano e decisa a non firmare il Codice di condotta del Viminale. La Prudence, la più grande nave umanitaria che attualmente attraversa il mediterraneo, interrompe le operazioni anche in seguito all'annuncio libico, ha detto il presidente Loris De Filippi: «Subito dopo l'annuncio della Marina Libica di istituire una zona Sar - spiega Msf - il Centro di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc) di Roma, ci ha allertato di un rischio sicurezza legato alle minacce pubbliche dalla Guardia Costiera libica». Nel pomeriggio, anche Save the Children ha annunciato che prima di riprendere il mare chiederà chiarimenti: «Stiamo monitorando le eventuali conseguenze sull'operatività e sulla sicurezza delle attività», hanno spiegato con una nota. A preoccupare le organizzazioni umanitarie anche il caso dell'aggressione in mare subita dalla nave di Proactiva Open Arms alcuni giorni fa, proprio dalla Guardia costiera libica (anche se l'organizzazione spagnola sta preparando una nuova missione e, per il momento, dice di non temere le minacce). Se informalmente i ministeri competenti per l'Italia frenano sull'esitenza di pericoli concreti, la Guardia costiera non si è ancora sbilanciata ufficialmente nel dare indicazioni. Proprio due giorni fa, era arrivata l'ultima firma sul Codice di comportamento. Quella di Sos Mediterranee che ha però ottenuto un Addendum in cui si specifica che la polizia giudiziaria a bordo delle navi sarà armata solo su esplicito ordine della magistratura. Il documento è anche più morbido, almeno nella forma, sul tema dei trasbordi: «Resta inteso - si legge - che il presente codice di condotta non implica una limitazione della pratica dei trasbordi effettuati sotto il coordinamento esclusivo del Mrcc di Roma».
Intanto, prosegue l'inchiesta della procura di Trapani sui contatti tra i volontari della Jugend Rettet e i trafficanti libici. Sono stati iscritti al registro degli indagati, due comandanti della Juventa, Jakob Shroter e Jonas Buya, e un marinaio. Sono tutti accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
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Il Gazzettino