«Minacce, molestie, furti. Lampedusa è al collasso e le forze dell'ordine sono impotenti». Poi, la richiesta: «Chiedo che venga chiuso l'hotspot, una struttura inutile che non...
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Così Lampedusa dice basta. Basta all'accoglienza indiscriminata, basta ai numeri eccessivi dei migranti, basta alle politiche adottate finora. Un deciso mutamento di rotta rispetto alla filosofia e all'immagine con le quali l'isola ha conquistato riflettori e attenzione internazionali, diventando un simbolo di apertura e soccorso ai migranti, tanto da essere candidata al premio Nobel per la pace. E, di fatto, all'Oscar, attraverso il docufilm Fuocoammare di Gianfranco Rosi, incentrato sugli sbarchi nell'isola, che ha vinto l'Orso d'Oro al Festival di Berlino.
Senza dimenticare il premio Unesco per la Pace assegnato all'ex sindaco Nicolini. Riconoscimenti internazionali per una politica che sembra conclusa.
La promessa di un cambio di direzione evidente nella gestione del tema migranti è stata uno dei punti di forza della campagna elettorale di Martello, stravinta con il 40,3% dei voti, a fronte del 29,39% di Filippo Mannino e del 24,28% della Nicolini. A un'isola, a giudicare dai numeri, stremata da anni di apertura, il nuovo sindaco ieri ha dato voce: «Nonostante il centro sia presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza, i tunisini entrano ed escono come e quando vogliono. Non c'è collaborazione da parte delle istituzioni. Siamo soli. C'è un grave problema di ordine pubblico, chiedo l'intervento diretto del ministro degli Interni». Dopo l'elezione, Martello, pur confermando la volontà di cambiamento aveva ribadito che Lampedusa sarebbe rimasta «l'isola dell'accoglienza. Però con dei distinguo». Ora, la richiesta di uno stop, che sostiene portando alcuni casi come esempi della situazione invivibile. Inevitabile il dibattito politico. Secondo la Nicolini, oggi nella segreteria nazionale Pd, le frasi del sindaco nascerebbero dalla volontà di «fare terrorismo». A riprova, porta l'isola «piena di turisti» e «un solo furto da un negozio di frutta e verdura». E aggiunge: «Quelli che si trovano nell'hotspot sanno di dover essere rimpatriati, il vero problema è evitare di trattenerli a lungo nell'isola».
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Il Gazzettino