Mi telefonarono: «Un ospedale è senza energia, la strada crollata»

Mi telefonarono: «Un ospedale è senza energia, la strada crollata»
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IL COLLOQUIO
BELLUNO Vaia non è solo alberi distesi a terra come grissini. C'è un' altra Vaia, quella del non detto, di ciò che è accaduto non in partita ma negli spogliatoi dell'emergenza. Insomma, di ciò che non si è visto. A ripercorrere le ansie e soddisfazioni di chi si è trovato a prendere decisioni in tempo reale è Gianpaolo Bottacin che, in tal senso, fu in primissima linea in qualità di assessore all'Ambiente, difesa del suolo e Protezione civile. Subito un episodio, datato martedì 30 ottobre 2018. E' mattina, nel pieno delle richieste di soccorso. Bottacin riceve la telefonata di Adriano Rasi Caldogno, direttore generale dell'Ulss 1 Dolomiti: «Mi dice che all'ospedale di Agordo sta finendo il gasolio che fa funzionare il gruppo elettrogeno». In tutto l'Agordino, va ricordato, da ore manca l'energia elettrica. La viabilità è bloccata, frane e smottamenti impediscono di passare per la strada regionale 203. L'assessore capisce che si tratta di emergenza dentro l'emergenza. «Chiamo allora Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade, e gli presento il problema. Dall'altra parte del telefono sento un preoccupante silenzio. Poi la risposta: Non so darti una soluzione, perché in alcuni punti la strada non c'è più». A Bottacin sale la preoccupazione, si irrigidisce, chiama il capo Dipartimento della Protezione civile, Borrelli. Cerca soluzioni nei suggerimenti. «Qualcuno lancia l'idea di far evacuare pazienti e personale usando gli elicotteri. Ma il cielo è coperto, anche volendo non si può volare. L'operazione evacuazione, peraltro, è troppo complessa». Di fatto occorre che il carburante arrivi ad Agordo, presto. Bottacin è teso, richiama Vernizzi. Che fa la sua parte: «Gli uomini di VenetoStrade, con una pala gommata, riescono a far arrivare il rifornimento all'ospedale. Non so come, ma forse è meglio non conoscere i dettagli».

L'INCONTRO CON MATTARELLA
Il presidente della Repubblica disse che il modello veneto di Protezione civile aveva dato una lezione al Paese. «Mi chiese come fare per esportarlo, vista l'efficacia. Gli risposi che la differenza vera l'hanno fatta le persone, non solo i soccorritori, ma i tecnici tutti che hanno fatto straordinari su straordinari. E le persone non sono esportabili». Bottacin mostra i dati che la dicono tutta: in Italia un cittadino su dieci fa volontariato, uno su cinque nel Veneto, uno su quattro in provincia di Belluno.
IL LIBRO

La storia segreta di Vaia si trova dentro le 187 pagine del volume I giorni di Vaia-Diario dal campo (Cleup, 18 euro) in cui l'assessore Gianpaolo Bottacin inanella episodi che vanno da mercoledì 24 ottobre al 12 marzo 2019. Ci sono i fatti. E gli incontri, quelli che non si dimenticano: «Sono a Rocca Pietore, vedo una signora settantenne che, da sola, cerca di svuotare casa con un secchio. Le dico che i soccorsi stanno per arrivare. Sorride, ha gli occhi lucidi. Mi viene un groppo alla gola. Lei, con un filo di voce, riesce a dire Grazie, ora dobbiamo pensare a rimettere tutto a posto». Il libro è stato presentato venerdì sera l Centro Giovanni XXII: una prima uscita - organizzata da Paolo Luciani, segretario della Lega di Belluno - alla presenza del deputato Mirco Badole, del senatore Paolo Saviane, del sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, del consigliere regionale Franco Gidoni nel ruolo di moderatore: «Mi ha colpito che Bottacin, ingegnere meccanico, abbia scritto senza numeri, facendo conto sulle sue reminescenze liceali». Il libro è già in ristampa: parte del ricavato verrà devoluto ad un progetto della Protezione Civile dell'Ana e destinato ai collegamenti radio in emergenza.
Daniela De Donà
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Il Gazzettino