Mi prendo questa settimana per definire gli ultimi nomi

Mi prendo questa settimana per definire gli ultimi nomi
Non deve niente a nessuno, se non ai cittadini che l'hanno votato e alla sua squadra che l'ha sostenuto. Ha rifiutato apparentamenti e simboli di partito, ha tenuto il profilo...

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Non deve niente a nessuno, se non ai cittadini che l'hanno votato e alla sua squadra che l'ha sostenuto. Ha rifiutato apparentamenti e simboli di partito, ha tenuto il profilo basso su questioni bollenti (e di questo si pente) e ha ribadito, fino all'ultimo, la volontà di un cambio generazionale nella classe politica. Ci ha creduto e ha trionfato. Con il 63,15% dei votanti dalla sua parte Jacopo Massaro si avvia sulla strada del secondo mandato. E si rimbocca le maniche.

Una domanda su tutte: chi gliel'ha fatto fare? Ride.
«Provengo da una famiglia i cui membri si sono sempre occupati, in modi diversi, della cosa pubblica e mi è stato insegnato l'inutilità di lamentarsi e l'importanza, invece, di assumersi la responsabilità di cambiare le cose. Fin dal liceo ho nutrito questa passione».
Dunque per lei ne vale la pena?
«Assolutamente sì. E le volte in cui mi viene il dubbio che non sia così mi impegno il doppio per fare in modo che lo sia per chi verrà dopo di me. Governare da sindaco una città è un'esperienza unica, l'impegno è incredibilmente superiore a quanto viene percepito all'esterno ma è un'opportunità da cogliere».
Con lei ha vinto e ribadito la sua forza il civismo contro la politica dei partiti. Crede di dovere qualcosa al Pd per l'appoggio accordato prima del ballottaggio?
«Il Pd non penso avanzi qualcosa. Dal partito sono arrivate dichiarazioni intelligenti di chi guarda a quanto accaduto cinque anni fa e recentemente come a qualcosa di superato per avviare un dialogo franco tra soggetti politici con idee simili. Da loro mi attendo un'opposizione costruttiva».
Ha annunciato i primi nomi della giunta, a quando tutti gli altri?
«Mi prendo questa settimana per riflettere. Finora mi sono concentrato sulla campagna».
Il primo grosso impegno del secondo mandato è in agenda per domani, con il sopralluogo tecnico per la centralina. Quale sarà il secondo?
«Sicuramente la questione elettrodotto. Lavoreremo per impugnare gli atti e fare in modo che si vada verso l'interramento, condizione imprescindibile per la realizzazione dell'infrastruttura».
Cos'ha lasciato indietro nel primo mandato che vuole ora recuperare?
«Nei primi cinque anni mi sono dovuto concentrare su problemi impellenti come società da risanare, buchi di bilancio, tagli dallo Stato, un Teatro Comunale chiuso e coperto di debiti. Non c'è stato molto tempo per pensare ad altro, adesso riprenderò le fila di quanto lasciato indietro».
Un tema difficile sarà quello della cultura, non crede?

«Con i fondi a disposizione assolutamente sì. Ma oggi Palazzo Fulcis è aperto e funziona e presto arriverà Palazzo Bembo, due contenitori con grandi possibilità».
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Il Gazzettino