«Mi minacciava di morte»

«Mi minacciava di morte»
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Ha raccontato in aula, di fronte al giudice, delle ripetute delle offese e delle minacce, anche di morte, che l'ex compagno le rivolse in numerose occasioni. Minacce culminate lo scorso febbraio nell'irruzione dell'uomo nella scuola frequentata dal figlio della coppia, con un tirapugni in tasca, episodio per il quale è stato arrestato per il reato di stalking e si trova tutt'ora detenuto.

Il processo, a carico di un quarantacinquenne, si è aperto ieri mattina, in Tribunale a Venezia, con la deposizione della vittima degli atti persecutori, una trentenne veneziana, la quale ha spiegato al giudice Claudia Gualtieri di aver impedito all'ex compagno di vedere il figlio in quanto era violento e pericoloso e aveva concordato con lui che avrebbe dovuto avviare un percorso per disintossicarsi dalla droga.
Secondo l'accusa, gli atti persecutori messi in atto dall'uomo sarebbero proseguiti a lungo, fin da quando la compagna aveva deciso di troncare il rapporto sentimentale, avviando una nuova relazione.
Agli atti del processo è stato acquisito anche un disegno del bambino, che ritrae il papà con un coltello in mano.
Conclusa la deposizione della donna, l'udienza è stata rinviata a questa mattina per l'audizione dei primi testimoni del pm. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Mauro Serpico, vuole cercare di dimostrare che il suo assistito ha agito per vedere riconosciuto il suo diritto a poter incontrare il figlio.
Il giorno dell'arresto, il quarantacinquenne si presentò di fronte alla scuola frequentata dal figlio in stato di forte agitazione e, quando arrivarono gli agenti delle Volanti, lo trovarono in possesso di un tirapugni.
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Il Gazzettino