«Mi ha chiamato un'ora prima dello schianto»

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LA FAMIGLIA ESTE «Sono a Longarone, va tutto bene»: sono queste le...

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LA FAMIGLIA

ESTE «Sono a Longarone, va tutto bene»: sono queste le ultime parole che Matteo Contadin, il centauro atestino di 43 anni morto venerdì mattina ad Auronzo, ha scambiato con i genitori. «Ci ha telefonato alle 8 racconta con un nodo alla gola il padre Silvio lui era la guida del suo gruppo di amici motociclisti, quello che, una volta decisa la meta del viaggio, studiava l'itinerario». I genitori, che abitano a Lozzo Atestino, a pochi passi dalla chiesa, avevano visto il figlio la sera prima dell'incidente: era contento di concedersi una gita in sella alla sua due ruote, una Bmw 1200 Gs. Purtroppo però l'escursione in moto che avrebbe dovuto portarlo in Austria insieme ad altri tre bikers si è trasformata in tragedia. Lungo la provinciale 48, la strada delle Dolomiti, il 43enne atestino ha trovato la morte ad Auronzo, verso le 9 di venerdì mattina, un'ora dopo aver telefonato ai genitori, tamponato dal compagno che viaggiava dietro di lui. Le ferite riportate nella caduta e nella collisione prima contro un'auto che viaggiava sulla corsia opposta e poi contro il muro di un fienile non gli hanno lasciato scampo. Ricevuta la tragica notizia della morte di Matteo, il padre e la compagna, di origine albanese, si sono precipitati all'ospedale di Treviso, dove il centauro era stato trasportato in elicottero, nella speranza di salvargli la vita. Con loro c'era anche la figlioletta, di appena un anno, a cui Matteo dedicava gran parte del proprio tempo. «Andava fiero della sua bambina, che era diventata la sua passione racconta l'amico Fabrice Buccieri, uno dei tre compagni di viaggio del 43enne da quando era diventato papà aveva ridotto i giri in moto proprio per dedicarsi alla famiglia. Quello di venerdì era il primo che facevamo insieme quest'anno. Non riesco ancora a credere che sia finita così». A causare la frenata del centauro atestino, secondo Buccieri, sarebbe stato un finto autovelox collocato a bordo strada da un residente. «Mio figlio era prudente per strada, non ha mai fatto incidenti afferma il padre era un gigante buono, come l'hanno definito i colleghi della Komatsu». Bravo, responsabile e con un forte senso del dovere: lo dipingono così i dirigenti dell'azienda atestina, dove il 43enne lavorava come operaio. Nel 2004 si era trasferito da Lozzo a Este: abitava insieme alla compagna in un appartamento di via Martin Luther King. «Matteo era nel pieno della vita: aveva una famiglia, una casa, un lavoro. afferma il sindaco di Lozzo Fabio Ruffin, che ieri mattina ha fatto visita ai genitori del centauro Il dolore per questa perdita è talmente grande che i genitori, quando parlano del figlio, usano ancora il presente, come se non volessero arrendersi all'idea che non c'è più. Spero trovino conforto nella nipotina, in cui Matteo ha lasciato una traccia di sé». Martedì mattina l'addio al centauro, che ha donato gli organi. I funerali verranno celebrati alle 10 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Este.

Maria Elena Pattaro
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Il Gazzettino