«Mi dimetto e lascio l'Italia» Il poliziotto si trova già all'estero

«Mi dimetto e lascio l'Italia» Il poliziotto si trova già all'estero
La volpe, il sovrintendente capo Renzo Dalla Costa fermato lo scorso sei febbraio, da alcuni giorni su richiesta del sostituto procuratore Sergio Dini, titolare delle indagini, e...

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La volpe, il sovrintendente capo Renzo Dalla Costa fermato lo scorso sei febbraio, da alcuni giorni su richiesta del sostituto procuratore Sergio Dini, titolare delle indagini, e su disposizione del Gip Margherita Brunello è stato scarcerato e messo agli arresti domiciliari. È lui, secondo l'accusa, il capo del business dei facili permessi di soggiorno ai cittadini extracomunitari. Dalla Costa si sarebbe messo in tasca mazzette per 200 mila euro, ma oltre ai facili permessi di soggiorno si occupava un po' di tutto. Investimenti di varia natura, pratiche di cittadini cinesi relative a loro attività da svolgere in Italia, imprese edili in Sardegna e a Tonezza del Cimone nel vicentino, nonché un negozio di pavimenti. Insomma, ancora per l'accusa, Renzo Dalla Costa era talmente scaltro da eludere anche i controlli del responsabile dell'Ufficio immigrazione. E non solo, perchè per gli inquirenti è una persona pericolosa per la sicurezza nazionale. Infatti il Gip, nell'ordinanza, ha sottolineato che ...In epoca attuale, con i rischi legati proprio ad attività anche di tipo terroristico, non c'è dubbio che le prassi instaurate da Dalla Costa all'interno della Questura, nella gestione dei flussi migratori e delle richieste di regolarizzazione, abbia esposto il Paese, lo Stato, a gravi rischi. Hanno fatto ingresso e sono stati autorizzati a permanere in Italia soggetti rispetto ai quali non è intervenuta una identificazione certa.... Ma Dalla Costa, la volpe, in questi mesi di carcere si è dimostrato molto collaborativo con gli inquirenti e si è deciso per gli arresti domiciliari.

Tra gli indagati nello scandalo delle tangenti in Questura, c'è anche l'agente Vito Pacifico accusato a vario titolo, insieme ad altri agenti, di corruzione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falso in atto pubblico. Il poliziotto, un paio di settimane fa, ha scritto una lettera alla Questura. «Mi dimetto dalla polizia e lascio per sempre l'Italia» e in effetti, secondo alcuni accertamenti effettuati da chi indaga, Vito Pacifico si troverebbe già all'estero. Durante le perquisizione effettuate dagli inquirenti, la mattina del sei febbraio, a Pacifico sono state sequestrate almeno una ventina di Sim card. Schede telefoniche che l'agente, da tempo in permesso malattia, avrebbe utilizzato per contattare i cinesi ai quali doveva vendere il permesso di soggiorno. Pacifico nel 2011 ha lasciato l'Ufficio immigrazione ed è stato destinato ad altro incarico e, ancora per l'accusa, avrebbe passato il testimone del business dei permessi di soggiorno ai colleghi Pierangelo Capuzzo e Renzo Dalla Costa. Pacifico in questi anni ha avuto problemi di salute e problemi famigliari, tanto che la sua assenza in Questura è stata importante. Ma gli investigatori hanno passato al setaccio i suoi conti correnti bancari, e soprattutto hanno scavato su quei viaggi che il poliziotto spesso faceva in Montenegro. Forse in questo paese ha investito i soldi delle mazzette.
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Il Gazzettino