BERLINO - La tensione tra Germania e Turchia resta altissima dopo le deliranti accuse del presidente turco Erdogan al governo tedesco, di trattare «con metodi nazisti» la...
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Per i cittadini turchi residenti all'estero, infatti, che sono oltre tre milioni, questa è l'ultima settimana di campagna elettorale e il governo di Erdogan è impegnatissimo ad alzare i toni per tentare di schierare la comunità turca all'estero a favore del referendum indetto da Erdogan per cambiare la Costituzione della repubblica turca, storicamente l'unico Stato laico del mondo musulmano, e passare ad un presidenzialismo estremo con forte islamizzazione. I turchi all'estero voteranno dal 27 Marzo al 9 Aprile, e potrebbero essere l'ago della bilancia della cruciale campagna referendaria, che vede molti esponenti del governo Erdogan battere con comizi le comunità turche all'estero e soprattutto quella, molto numerosa, presente in Germania, oltre un milione e mezzo di persone, e a quella, ancora più rilevante in rapporto alla popolazione, presente in Olanda: oltre 400mila turchi.
E proprio agli esponenti di governo di Ankara impegnati in campagna elettorale all'estero si rivolge la minaccia della Merkel di proibire l'ingresso se le accuse di nazismo continueranno. Erdogan ha pure protestato solo perché in alcuni comizi in Germania alcuni turchi hanno potuto inalberare la bandiera curda. Il fronte del sì e del no al cambiamento costituzionale in Turchia sono molto vicini secondo i sondaggi, e i voti all'estero risultano decisivi. Ecco perché contro Berlino e L'Aja, il presidente Erdogan ha alzato i toni a livelli mai visti, nella speranza di mobilitare il sentimento nazionalista dei suoi compatrioti oltreconfine. E potrebbe non essere finita: in settimana, ha avvertito il suo portavoce, Ibrahim Kalin, non è esclusa l'organizzazione di un altro comizio in Germania, al momento non concordato con le autorità locali.
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Il Gazzettino