(M.A.) Meriem Rehaily, la cyber-jihadista, è fuggita da casa il 14 luglio del 2015 per arruolarsi nelle milizie dell'Isis. Dopo mesi di indagini, i carabinieri del Ros sono...
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L'ultima volta che papà e mamma hanno sentito Meriem, è stato lo scorso febbraio quando la ragazza li ha chiamati al telefono chiedendo aiuto: «Mi sono pentita voglio tornare». La giovane quel giorno del 14 luglio del 2015, è salita a bordo di un aereo della Turkish Airlines che da Bologna l'ha portata a Istanbul, per poi raggiungere da lì la Siria. I genitori non hanno mai voluto credere alla possibilità che Meriem si sia unita alle milizie dell'Isis. Ma gli inquirenti non hanno dubbi: hanno scoperto che da mesi, prima della fuga, si era creata una seconda identità virtuale in Rete ed era diventata una cyber-jihadista, fornendo supporto alla causa dei terroristi attraverso Twitter e attraverso siti internet nei quali dava consigli sui programmi da utilizzare per non essere rintracciati e sui migliori sistemi per telefonare senza essere intercettati. Nel maggio del 2014, prima della sua scomparsa, era finita all'attenzione della Procura di Roma in relazione alla diffusione sul web di una killing list con i nomi, i numeri di telefono e gli indirizzi di casa di dieci ufficiali da uccidere, tra cui figurava quello del tenente dei carabinieri di Dolo, Gabriele Favero.
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Il Gazzettino