Le rinunce al servizio della mensa scolastica sono in aumento. E l'effetto panino, dilagante in molte città del Nord Italia, specialmente tra Torino e Bologna, ancora non si fa...
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«Gli uffici spiega Alessandro Basso, consigliere con delega all'Istruzione proprio in questi giorni stanno tirando le somme dopo l'introduzione del nuovo sistema elettronico, attraverso il quale l'amministrazione comunale può identificare chi non paga il servizio mensa. Un dato è sicuramente positivo: la percentuale si è praticamente dimezzata, dal momento che siamo passati dal 20 al 10 per cento. Ma il numero delle famiglie che non salda il conto è ancora alto». Cosa fare allora? «Entro la fine dell'anno scolastico sottolinea Basso manderemo alle famiglie inadempienti un avviso di mancato pagamento. È un modo per sollecitarle a versare nella casse del Comune quanto dovuto. C'è da fare una distinzione, però, tra chi non paga perché non ha le possibilità economiche o perché vuole fare il furbetto. A questo punto, verificata la situazione economica dei singoli nuclei, si intraprendono due strade: la segnalazione ai Servizi sociali o a chi poi si dovrà occupare del recupero crediti». Non mancano poi i casi di quei genitori che, non potendo iscrivere per problemi economici i figli alla scuola dell'infanzia, preferiscono tenerli a casa.
A proposito di scuole, a settembre, come annunciato dal consigliere Basso, sarà avviato, in collaborazione con la Commissione mensa, un progetto che intende combattere gli sprechi di cibo ed acqua.
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Il Gazzettino