Menon fa la sportiva

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Silvia Menon scende in campo ufficialmente. Al suo fianco, lo ribadisce come un mantra, «32 facce nuove» che verranno presentante alla città domenica 15 marzo alle 11...

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Silvia Menon scende in campo ufficialmente. Al suo fianco, lo ribadisce come un mantra, «32 facce nuove» che verranno presentante alla città domenica 15 marzo alle 11 all'auditorum del Conservatorio in via Pighin. Intanto, però, sfoggia subito i suoi due pezzi da novanta: Marco Bonvento, fiduciario provinciale del Coni e dunque successore di Bruno Piva nell'organismo, il quale Piva all'epoca fu aspramente criticato dal numero uno veneto Gianfranco Bardelle per essere sceso in politica, ma che questa volta avrebbe dato il beneplacito, e Matteo Maran, la giovane seconda linea della Rugby Rovigo Delta.

Silvia Menon sarà il candidato sindaco della lista civica che porta il suo nome «e che non vuole etichette di partito», nonostante non disprezzi un eventuale dialogo con il laboratorio “Rovigo bene comune”. Ecco dunque che arriva il sesto aspirante primo cittadino, dopo la discesa in campo formale di Nadia Romeo per la coalizione di centrosinistra Pd, Idv e Psi, dell'ex presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù per Area popolare, dell'ex assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi per Viva Rovigo, del collega Andrea Bimbatti per un'altra civica di centrodestra e del "grillino" Ivaldo Vernelli.
Menon si colloca nel centrosinistra, ma volta le spalle a Romeo e al Pd, cui più volte ha risposto picche a un eventuale apparentamento. Nessun avvicinamento nemmeno alle forze della sinistra più radicale. «Siamo una lista civica. Ci dissociamo dai partiti, dai loro simboli e dalle loro vecchie storie. Non siamo però antipolitici, per cui il dialogo è fondamentale con chi ha portato avanti le battaglie con noi. Quel che è certo è che i nostri candidati sono tutte facce nuove, persone che hanno lavorato per Rovigo e continueranno a farlo con trasparenza, integrità e onestà».

Tra i punti del programma elettorale c'è la questione della vendita delle quote di Ascopiave «che sono da vendere anche se ora valgono 19,9 milioni e non più 27», ma anche la necessità di rinnovare gli asfalti e i marciapiedi della città, o la chiusura della questione di parco Maddalena.
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Il Gazzettino