Maxi-rogo a Piaia: colpa di una stufa

Maxi-rogo a Piaia: colpa di una stufa
SAN TOMASOUna condotta fumaria fai da te collegata all'esterno del fabbricato, nella parte sottostante il poggiolo, al civico 41 di Piaia. È da lì che si sarebbe innescato...

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SAN TOMASO
Una condotta fumaria fai da te collegata all'esterno del fabbricato, nella parte sottostante il poggiolo, al civico 41 di Piaia. È da lì che si sarebbe innescato l'incendio che ha bruciato gran parte del paese, la sera del 21 gennaio scorso, distruggendo 4 fienili e 2 case, danneggiandone una terza. Le indagini tecniche della polizia giudiziaria dei vigili del fuoco erano arrivate sul tavolo del sostituto procuratore Simone Marcon, ormai diverse settimane. E ora, nel fascicolo aperto per incendio colposo, inizialmente contro ignoti, ci sono, inevitabilmente, i primi indagati.

LE INDAGINI
In un primo momento erano state individuate solo le parti offese: 8 proprietari che si sono affidati agli avvocati bellunesi per vedere risarciti i danni patiti. Tra questi in particolare una coppia di turisti residente in Lussemburgo, che aveva appena acquistato una delle case, distrutta dal fuoco quella sera. Difficilmente, per loro, trascorrere quest'estate in montagna, come desideravano. Tra le parti offese era stato individuato anche D.P., 78enne proprietario del fienile che venne portato in salvo dai pompieri la sera che scoppiò l'incendio.
LA STUFA
Ma la ricostruzione dei vigili del fuoco non hanno lasciato scampo ai proprietari del fabbricato al civico 41 (oltre all'anziano ci sarebbero altri comproprietari). È stato evidenziato nelle indagini, come nel fienile in legno, dove c'erano attrezzi e la vettura di famiglia, al primo piano fosse stata sistemata quella stufa a legna. Forse serviva per essiccare i salami, di cui avrebbe parlato l'anziano la sera del disastro. In ogni caso non sarebbe stata fatta a regola d'arte. Anzi tutt'altro. La condotta fumaria della stufa passava attraverso il muro e era così collegata all'esterno, nella parte sottostante al poggiolo. È da lì che si sarebbero originate le fiamme: da quel poggiolo esterno surriscaldato per il malfunzionamento, o scarsa manutenzione, della condotta fumaria. Poi l'incendio si sarebbe poi propagato agli edifici vicini causando il disastro che purtroppo è noto.
LA PAURA
Quella sera e notte lavorarono incessantemente oltre trenta operatori dei vigili del fuoco e quattordici automezzi. A complicare l'opera di spegnimento anche la strada molto stretta per raggiungere il luogo del devastante incendio e la difficoltà nell'approvvigionamento dell'acqua a causa delle condotte danneggiate dall'alluvione di fine ottobre. Una volta circoscritte le fiamme, durante la notte, le operazioni dei pompieri proseguirono con la bonifica dei fienili, che anche la mattina seguente continuavano a sprigionare fumo. Fortunatamente nessuno rimase ferito, a parte l'anziano proprietario sotto choc.

Fin da subito la pista del dolo venne esclusa con certezza, tanto che nessuno dei fabbricati venne posto sotto sequestro. Si comprese subito che le fiamme, quella sera, partirono da quel fienile al civico 41 e che lì era accaduto qualcosa. Ora i pompieri hanno dato anche la spiegazione tecnica e il procedimento penale prosegue con i primi indagati.
Olivia Bonetti
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino