Maxi frode, sequestri per 4 milioni

Maxi frode, sequestri per 4 milioni
MEGLIADINO SAN VITALEUn'auto, 10 camion, un piazzale dove sostavano mezzi pesanti e merci, ma anche un'azienda di logistica e 40mila sacchi di pellet. Beni del valore di 3,8...

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MEGLIADINO SAN VITALE
Un'auto, 10 camion, un piazzale dove sostavano mezzi pesanti e merci, ma anche un'azienda di logistica e 40mila sacchi di pellet. Beni del valore di 3,8 milioni di euro, tutti riconducibili al 57enne Giuseppe La Rosa e ora sequestrati dalla guardia di finanza. Palermitano ma da anni residente a Megliadino, con un ingombrante passato nella mafia prima come criminale e poi come collaboratore di giustizia, La Rosa è la figura chiave dell'inchiesta Pupari 2.0 che lo scorso anno ha portato a galla un'associazione a delinquere finalizzata all'evasione dell'Iva nel commercio del pellet. All'epoca erano scattate sette misure cautelari (oggi scadute) ed erano state indagate 23 persone. Nei giorni scorsi, grazie all'analisi della documentazione recuperata nelle 51 perquisizioni, i finanzieri hanno fatto scattare i sequestri dei beni.

GLI SVILUPPI
Il provvedimento è stato emesso dal Gip del tribunale di Rovigo. Nel giugno 2020 il Nucleo di polizia economico finanziaria padovano aveva sequestrato un'ampia mole di registri e documenti cartacei e informatici prelevata nelle 9 società cartiere e filtro usate da La Rosa e dai suoi complici per emettere e utilizzare un giro di fatture false da 10 milioni per importare e commercializzare pellet, evadendo tasse e Iva. Un lavoro complesso, dal momento che le ditte nella maggior parte dei casi erano intestate a prestanome, ma che ha permesso di quantificare il reale profitto della frode in 3,8 milioni di euro.
I PROVENTI
I sequestri hanno interessato tre ditte: la Ad Srl di Legnago (Verona), la Evergreen Srls e la Logistic Road di Borgo Veneto e un piazzale di Megliadino San Fidenzio. La Ad era formalmente intestata a Luigi Zanconato (già indagato), titolare anche una Ford che era invece in uso a La Rosa. La Evergreen faceva capo a Stefano Gennaro, prestanome e anch'egli già indagato. In queste due società figurava lavorare anche la 30enne Rosanna La Rosa, figlia di Giuseppe e come lui arrestata nel 2020 e oggi anche lei nuovamente in stato di libertà. L'unica ditta realmente operante era la Logistic Road di Andrea Cesaro (anche lui tra gli indagati), compiacente negli affari dell'associazione a delinquere e ora affidata a un amministratore giudiziario. Il piazzale di Megliadino invece era stato fittiziamente intestato a Michele Lo Greco, nipote del La Rosa e residente a Palermo, finito pure lui nell'inchiesta del giugno scorso.

Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino