Maurizio Dianese Determinato, deciso. E con un occhio nero. Perché Felice Maniero non è più il boss intoccabile, il bandito...
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Determinato, deciso. E con un occhio nero. Perché Felice Maniero non è più il boss intoccabile, il bandito che faceva accordi alla pari con la mafia palermitana e con la ndrangheta: adesso è uno qualsiasi. Anche in carcere, dove ai vecchi tempi veniva servito e riverito come un re. E l'occhio nero si spiega con una banalissima baruffa con il compagno di cella sul volume della radio, roba che trent'anni fa sarebbe bastato che il boss alzasse un sopracciglio per far sprofondare il malcapitato in un abisso di terrore. Ma adesso va così, basti dire che Felice Maniero non è sul banco degli accusati in Tribunale per gli omicidi e le rapine, ma per maltrattamenti in famiglia e cioè per aver messo le mani addosso alla compagna di una vita, Marta Bisello. Ieri in Tribunale a Brescia dunque è andato in scena davanti al giudice Roberto Spanò un processo che è la nemesi del bandito che aveva messo in piedi la banda più numerosa, più feroce e più ricca che sia mai esistita nel Nord Italia. I capelli ormai grigissimi, le spalle curve, un maglioncino verde bottiglia, Felice Maniero parlava in videoconferenza dal carcere di Voghera (...)
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Il Gazzettino