ROMA - Non doveva essere e non è stata una commemorazione rituale, volta semplicemente a ricordare il sacrificio delle vittime della strage di Capaci ventiquattro anni dopo. Nel...
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«Grazie a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie», scrive Mattarella ricordando come la cultura della legalità «vive soprattutto nell'agire quotidiano». «Il 23 maggio - osserva ancora Mattarella - è una data incancellabile per gli italiani» in quanto la memoria della strage di Capaci a cui seguì la barbarie di Via D'Amelio con l'assassinio di Paolo Borsellino e della sua scorta fa parte del «nostro stesso senso civico».
Ma è un assassinio che ha segnato «anche l'avvio di una riscossa morale» che partendo da Palermo e dalla Sicilia si è allargato al resto del Paese. E in tale contesto Mattarella rende omaggio a Maria Falcone per il suo impegno «a non dimenticare» e sottolinea l'importanza del maxiprocesso a Cosa nostra il quale ha dimostrato come lo Stato sappia reagire. Parole condivise «in toto» dal presidente del Senato, Piero Grasso, secondo il quale la sentenza definitiva del maxiprocesso è un monumento giuridico e storico che ha dato la prova dell'esistenza della mafia e delle sue regole perverse». Spiega il premier Matteo Renzi: «Se questo Paese è un po' più forte e più libero lo deve anche a persone come Falcone e Borsellino, nella loro memoria continua il nostro lavoro per combattere tutte le forme di mafia».
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Il Gazzettino