LA POLEMICAUDINE Ancora polemiche sugli ospedali. Con Latisana che festeggia il raggiungimento del tetto dei 500 parti con un mese di anticipo e il sindaco di Palmanova che...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
UDINE Ancora polemiche sugli ospedali. Con Latisana che festeggia il raggiungimento del tetto dei 500 parti con un mese di anticipo e il sindaco di Palmanova che protesta perché il suo centro sanitario è stato ridotto ad un «lazzaretto per malati covid». A celebrare il traguardo dei 500 bebè è il Comitato nascere a Latisana, che molto si era battuto per avere le partorienti in casa. Si accoda il sindaco Daniele Galizio, che esprime «grande soddisfazione per il raggiungimento, con 1 mese di anticipo, dei 500 parti presso il punto nascita dell'Ospedale di Latisana. Questa è la conferma che la scelta della Regione è stata corretta». Ma il collega di Palmanova, Francesco Martines, ha un commento al vetriolo: «Se si guarda la provenienza delle partorienti si vede che hanno fatto carte false per raggiungere questo traguardo, altrimenti ci perdevamo la faccia Riccardi, Fedriga, Bordin, Spagnolo &co - dice Martines -. Ci sono stati alcuni mesi in cui per input politico ed aziendale partorienti che normalmente dovevano partorire a Udine» secondo il sindaco di Palmanova sarebbero state «dirottate a Latisana pur di far numeri». E ricorda che nell'ospedale palmarino facevano 850 parti. «Chiudendo Palmanova abbiamo ingrossato Monfalcone. Il prossimo anno dopo le elezioni amministrative chiuderanno anche Latisana - ipotizza Martines -. Le conseguenze dell'aver perso, ingiustificatamente, il punto nascite ci hanno portato oggi ad essere un lazzaretto per malati Covid».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino