Martellata in testa ai rivali scatta la doppia condanna

Martellata in testa ai rivali scatta la doppia condanna
TREVISO - (Ro) Cinque e 4 mesi di reclusione: queste rispettivamente le condanne che il giudice ha inflitto ai guineiani Boubacar Diallo Alpha, 35 anni, di Carbonera, e Alimuou...

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TREVISO - (Ro) Cinque e 4 mesi di reclusione: queste rispettivamente le condanne che il giudice ha inflitto ai guineiani Boubacar Diallo Alpha, 35 anni, di Carbonera, e Alimuou Diallo Alpha, 40 anni, di Treviso. I due, assistiti dall'avvocato Barbara Camerin, erano accusati di lesioni aggravate, ingiurie e minacce nei confronti di due connazionali, parti civili con l'avvocato Pretty Gorza. Una vera e propria saga quella emersa nel corso del processo, probabilmente innescata da vecchi rancori, da dissidi nati in Nuova Guinea, con sullo sfondo presunte storie di corna, quasi una rievocazione del film "Signore e Signore" in salsa guineiana.

A inizio giugno 2008 Boubacar, per l'accusa, avrebbe colpito con un coltello e poi con un martello un connazionale, di Treviso. Ma quello, è emerso a processo, sarebbe stato solo l'inizio della saga, andata avanti per mesi, con episodi di violenza che solo il caso e la fortuna hanno voluto non si trasformassero in tragedia. «Secondo me - ha chiarito l'avvocato Gorza - si sarebbe potuta ipotizzare anche l'accusa di tentato omicidio». Tra gli altri episodi contestati ad entrambi gli imputati (in concorso con un minorenne), oltre a una lunga serie di telefonate ed sms colmi di insulti e minacce, quello del 28 giugno 2008 quando avrebbero spruzzato uno spray urticante in faccia a due connazionali. E poi, dopo averli accecati, li avrebbero colpiti, con un bicchiere, al volto e al torace, procurando loro lesioni guaribili in 20 e sei giorni. Il movente? Secondo gli inquirenti un caso di corna. Nella sostanza i due imputati avrebbero accusato i connazionali di essere dei donnaioli. E per tale motivo (non è stato possibile ricostruire se per gelosia o per questioni "d'onore") avrebbero dovuto essere puniti o peggio, tanto che in una telefonata uno dei due imputati avrebbe minacciato di morte i "rivali". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino