Manovra, sui ministeri i tagli sono solo limature

Manovra, sui ministeri i tagli sono solo limature
ROMA - La manovra 2015 è legge: con 302 sì e 108 no la legge finanziaria è stata approvata defintivamente dalla Camera, nello stesso testo approvato pochi giorni fa al Senato....

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ROMA - La manovra 2015 è legge: con 302 sì e 108 no la legge finanziaria è stata approvata defintivamente dalla Camera, nello stesso testo approvato pochi giorni fa al Senato. E nella storia della Repubblica non sono molte le leggi finanziarie approvate con largo anticipo sulla scadenza del 31 dicembre.

La manovra "vale" 32 miliardi di euro e prevede un articolato piano di riduzione delle tasse sui redditi più bassi e sulle imprese che assumono per un totale di 18 miliardi. Tuttavia il provvedimento attribuisce anche ai tagli di spesa su Regioni, Province e ministeri un ruolo importante. Dopo un lungo braccio di ferro con i ministeri il premier Renzi (che aveva coltivato a lungo l'ambizione di realizzare tagli a doppia cifra) è riuscito a spuntare una riduzione di 2,3 miliardi di euro. Una cifra molto inferiore rispetto al risultato che il capo del governo avrebbe portato a casa con la sforbiciata del 3% che avrebbe voluto imporre ai suoi ministri. Alla fine, il risultato dice solo 1 miliardo di spesa corrente in meno, 900 milioni di minori spese in conto capitale (vale a dire minori investimenti) e 400 milioni di maggiori entrate.

Più della metà del contributo complessivo richiesto riguarda solo due ministeri: la Difesa (con 750 milioni di euro) ed il Lavoro (450 milioni). Importi non trascurabili sono anche quelli dei risparmi attesi dal ministero dell'Istruzione (300 milioni), dal ministero dell'Economia (più di 200 milioni) e dal ministero delle Infrastrutture (poco meno di 200 milioni). Dunque, carte alla mano, sarà l'universo militare a pagare il prezzo più salato in termini di riduzione di spesa: ma quasi l'intero risparmio è assegnato alla riduzione di spese in conto capitale (719 milioni su un totale di 750 milioni). Un elemento che offre l'impressione di un effettivo rallentamento di alcuni programmi di spesa, soprattutto nel settore degli approvvigionamenti militari. In verità, la manovra disposta prevede dismissioni di immobili del demanio militare per un importo di 220 milioni nel 2015, i cui proventi devono essere contabilizzati a riduzione degli investimenti fissi lordi. Il che vuol dire, ha fatto notare la Corte dei Conti, che «il contenimento della spesa militare potrebbe risultare almeno in parte solo apparente». Nel settore della scuola, i risparmi di spesa vanno ricondotti ad una dozzina di interventi di razionalizzazione organizzativa. In particolare c'è il divieto, a partire dal prossimo anno scolastico, di disporre comandi, distacchi e fuori ruolo (si tratta di circa 2500 posizioni nel 2015). Uun risparmio di spesa di oltre 50 milioni.
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Il Gazzettino