«Manifestiamo per la libertà dei popoli e il diritto di decidere delle persone»

«Manifestiamo per la libertà dei popoli e il diritto di decidere delle persone»
Ad un mese dal referendum del Veneto, si riverbera inevitabilmente fino a qui la tensione per il voto della Catalogna. Per quanto diverse siano le rispettive situazioni (Venezia...

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Ad un mese dal referendum del Veneto, si riverbera inevitabilmente fino a qui la tensione per il voto della Catalogna. Per quanto diverse siano le rispettive situazioni (Venezia chiede l'autonomia fra scontri puramente dialettici, Barcellona invoca l'indipendenza fra manette e proteste in piazza), da sempre le due realtà sono legate dal filo rosso del ribellismo anti-Stato. Non è quindi un caso che per oggi, davanti al consolato spagnolo in campo San Polo, gli indipendentisti veneti abbiano organizzato un sit-in «per dare solidarietà alla Catalogna e manifestare per la libertà dei popoli e il diritto di decidere delle persone».

Ad annunciarlo è il consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto), promotore lunedì di una mozione per il riconoscimento dello Stato della Catalogna, da accordare in vista del prevedibile esito della consultazione proclamata per il 1° ottobre, ma poi sospesa dalla Corte Costituzionale, fino alla raffica di arresti di ieri. «Una delle peggiori pagine della storia della democrazia in Europa», la definisce il governatore Luca Zaia (Lega Nord), che per l'occasione ha sostituito il manifesto del referendum veneto con la bandiera catalana nella propria foto-profilo su WhatsApp e in queste ore auspica una condanna trasversale: «Si sta perpetrando un attentato alla democrazia. Di fronte alla richiesta di un popolo di potersi esprimere, c'è un governo che decide di rispondere alla democrazia con la dittatura. Siamo di fronte a un governo che non ha il coraggio di mettersi in discussione e soprattutto non rispetta il popolo». Curiosità: Per il momento l'appello viene raccolto dai banchi della maggioranza in Consiglio regionale, dove lo sdegno è rivolto sicuramente verso Madrid, ma anche in direzione di Bruxelles. «Il silenzio dell'Europa di fronte a questo scandalo è inaccettabile afferma Nicola Finco, capogruppo del Carroccio . Dove è finita l'Europa dei popoli? E il diritto all'autodeterminazione? Siamo di fronte a un'istituzione che calpesta i diritti dei popoli, impone austerity e tutela solo le lobby di potere».
Il timore è che la famosa «via catalana per l'indipendenza», spesso evocata anche dai sostenitori dell'autonomismo veneto, finisca per essere brutalmente sbarrata. «Questa azione afferma il consigliere regionale leghista Alessandro Montagnoli rischia di creare un grave precedente, che permetterebbe a qualsiasi Stato di ribellarsi o arrestare gruppi e associazioni che democraticamente e civilmente sostengono un ideale di libertà e autonomia».

Ad adombrare il parallelismo è pure Stefano Valdegamberi (gruppo Misto), che ricorda «di essere stato il primo firmatario della legge regionale che approvava l'indizione di un referendum nel Veneto simile a quello che è previsto in Catalogna e che ha visto poi la bocciatura della Corte Costituzionale italiana».
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Il Gazzettino