Manifestazione per sollecitare il parcheggio alla Prandina

Manifestazione per sollecitare il parcheggio alla Prandina
L'IDEA PADOVA L'associazione commercianti del centro torna in campo in favore della realizzazione di un grande parcheggio all'interno della caserma Prandina. Ieri, infatti, il...

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L'IDEA
PADOVA L'associazione commercianti del centro torna in campo in favore della realizzazione di un grande parcheggio all'interno della caserma Prandina. Ieri, infatti, il presidente dell'Acc Massimiliano Pellizzari ha pubblicato su Facebook l'annuncio di una manifestazione in favore della nuova area di sosta per giovedì prossimo alle 12 e 45 davanti a palazzo Moroni. Quella della Prandina è uno dei cavalli di battaglia dell'associazione di commercianti che non ha mai nascosto la sua vicinanza all'ex amministrazione Bitonci. L'Acc, infatti, nel 2015 è stata in primissima linea, a fianco della giunta leghista, contro il campo profughi che la Prefettura aveva allestito proprio all'interno della Prandina. La trasformazione dell'ex caserma che dà su corso Milano, una decina di giorni fa è assurta nuovamente agli onori della cronaca. Il motivo? Il sindaco Sergio Giordani ha, infatti, annunciato l'intenzione di cedere le palazzine di via Anelli all'Agenzia del Demanio proprio per avere in cambio la Prandina. Ma quale sarà il futuro dei 35 mila metri quadri che si sviluppano tra via Orsini, Corso Milano e Riviera San Benedetto? Per il primo cittadino, infatti, la destinazione naturale dell'area sarebbe quella di un grande parcheggio in grado di risolvere, una volta per tutte, il problema della sosta a servizio del centro storico. Per il suo vice, Arturo Lorenzoni invece, meno parcheggi si realizzano, meglio è. Sulla riconversione delle caserme,d'altronde , il programma di Coalizione parla chiaro.

«Dobbiamo affrontare la necessità di riconversione di infrastrutture pubbliche, per esempio le caserme, si legge nel documento programmatico del popolo arancione - Il recupero e la riattivazione di questi spazi può ad esempio essere messa al servizio della comunità che spesso non trova opportunità di condivisione ed associazione che non siano le attività proposte all'interno delle grandi superfici commerciali e che invece, trovando spazi disponibili, potrebbe dar vita a iniziative socialmente virtuose come coworking e cohousing, orti urbano.». (Al. Rod.)
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Il Gazzettino