Mancano migranti, cooperative in crisi

Mancano migranti, cooperative in crisi
LA SITUAZIONEPADOVA È finita un'epoca. Ai bei tempi, solo tre anni fa, c'erano 87 milioni di euro da spartire fra le cooperative che volevano accogliere i migranti. Bastava...

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LA SITUAZIONE
PADOVA È finita un'epoca. Ai bei tempi, solo tre anni fa, c'erano 87 milioni di euro da spartire fra le cooperative che volevano accogliere i migranti. Bastava aderire al bando per l'accoglienza biennale della Prefettura. Ma c'erano quasi 3mila richiedenti asilo nella provincia e due hub aperti, Bagnoli e Prandina. Si buttarono in molti, anche non proprio del ramo. E adesso che i migranti arrivano con il contagocce solo i più organizzati e forti sono rimasti, ma appesi a un filo. Il 30 settembre scadrà la proroga dell'ultimo bando quello del maggio del 2017 che assicurava alle coop 34,92 euro a migrante, poi ridotti dalla Prefettura, con una rinegoziazione, intorno ai 28 euro. Dal primo ottobre invece entrerà a pieno titolo l'ultimo bando chiuso nel marzo di quest'anno che assegna 18 euro a migrante (più 2,50 di pocket money). Il risultato è già nelle premesse: nel 2017 si presentarono 28 cooperative, a quest'ultimo erano 9. E non sanno nemmeno se riusciranno a non indebitarsi.

I NUMERI
Edeco, la storica e discussa organizzazione, comunque la più strutturata, quella che aveva gli hub di Cona e Bagnoli, ha licenziato in un anno 283 persone, 70 delle quali a tempo indeterminato. Oggi ha 120 addetti. E lamenta di avere a Battaglia terme 53 ospiti per una capienza di 73 posti o a Torreglia 22 su 38. Perché il conto economico stia in piedi - affitto bollette, operatori, medici - l'occupazione non deve scendere sotto l'85 per cento. Le organizzazioni che sono sopravvissute alla selezione attendono dunque il 30 settembre per ricevere, via Prefettura, dalle cooperative (come Populus) che abbandoneranno il campo per la scadenza del vecchio contratto, i richiedenti che ospitavano. E così, puntando su una base umana rimpolpata e sul fatto che per 18 euro dovranno comunque fornire servizi dimezzati, se non interromperli, contano di far quadrare i conti. Sempre che i pagamenti dello Stato arrivino, ad oggi deve rimborsare aprile.
I RICHIEDENTI
C'è un particolare che gioca a favore. Nei centri di accoglienza straordinaria del territorio padovano sono presenti 1.396 richiedenti asilo. Circa 600 di loro a Padova città. Ebbene il bando 2019 della Prefettura richiede proprio lo stesso numero di posti, 1400. Stiamo parlando della microaccoglienza quella che si fa negli appartamenti. Poi c'è quella per un massimo di 50 persone in ex alberghi e altre strutture. All'epoca le cooperative rimaste presentarono offerte per un monte di posti che raggiungeva le 750 unità, dunque con la riassegnazione la quota dovrebbe essere soddisfatta. É anche per questo che all'inizio della settimana sono scaduti due altri bandi supplettivi che la prefettura aveva messo in circolo per cercare di raggiungere il quorum. Non è dato sapere quanti abbiano risposto perché il sistema informatico raccoglie i dati direttamente a Roma.
I FANTASMI

C'è un altro problema. Le Commissioni che devono riconoscere lo status di rifugiato ai richiedenti asilo, continuano a fare il loro lavoro. Anche la nostra al ritmo di circa 300 colloqui al mese. Il fatto è anche se la procedura è stata ridotta a due gradi di giudizio, ben il 60 per cento dei migranti che stiamo ospitando sono persone che hanno visto rigettata la prima domanda e hanno fatto ricorso. Ma le pratiche comunque si chiudono in 18-24 mesi ormai, e chi non ha lo status se non se ne va viene dichiarato clandestino. Sono i «mille fantasmi senza controllo» a cui Giordani fece riferimento all'attuazione del decreto Salvini.
Mauro Giacon
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Il Gazzettino