L'EMIGRATOUn tempo avvocato a Treviso; ora a Malta, a debita distanza dalla «bancarotta del Bel Paese». Così si presenta su Twitter Massimo Malvestio, noto legale della Marca...
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Un tempo avvocato a Treviso; ora a Malta, a debita distanza dalla «bancarotta del Bel Paese». Così si presenta su Twitter Massimo Malvestio, noto legale della Marca il quale, al culmine di una carriera più che promettente, ha mollato l'Italia e si è trasferito nell'isola del Mediterraneo. E di sporcare l'immagine del paese che è oggi la sua nuova patria non vuole proprio sentir parlare. «Il delitto di Daphne Caruana Galizia? E' maturato nell'ambito del traffico di droga e petrolio. Lo Stato non c'entra nulla. È inutile che Saviano pontifichi. Soprattutto perché di Malta conosce davvero poco». Il noto avvocato trevigiano, raggiunto al telefono, usa toni poco concilianti con il modo in cui i media europei stanno trattando l'assassinio della blogger e giornalista indipendente maltese.
Nel giorno in cui anche il figlio di lei, Mattew Galiza, afferma nettamente che Malta è «un Paese mafioso dove puoi cambiare gender sulla carta di identità ma vieni ridotto in pezzi se eserciti le tue libertà», cosa pensa del clima di corruzione che pare aver invaso la società?
«Quale corruzione scusi? Malta è un'isola felice, dove non devi neanche chiudere la porta di casa quando esci. Qui si vive benissimo».
Quindi lei rigetta le accuse degli osservatori internazionali secondo cui stato e polizia, ma anche magistratura sono corrotti?
«Nel modo più assoluto. E aggiungo che queste analisi superficiali e sommarie stanno creando un clima di grande preoccupazione, e compromettono l'immagine dell'intero paese».
Che idea si è fatto dell'omicidio Caruana?
«Non ho un'idea definitiva, ovviamente, ma per le modalità con cui si è consumato questo efferato delitto, la pista più plausibile porta a pensare che la giornalista si fosse messa in rotta con i trafficanti di droga e petrolio. Probabilmente le sue indagini sono andate a toccare questo tipo di traffici ed interessi».
Però in molti hanno messo in luce le sue coraggiose inchieste sui Maltafiles secondo la quale lo Stato nel Mediterraneo fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue. Ritiene che la cosa non abbia alcuna attinenza con l'omicidio?
«Queste sono pure illazioni. Prima di gettare fango su una nazione prospera e felice bisogna avere le prove».
Ormai da cinque anni ha scelto di vivere e lavorare a Malta. Non fa più l'avvocato ma il gestore di fondi. È felice della scelta fatta quattro anni fa?
«Certamente. Ho lasciato un Paese che nelle classifiche nazionali di corruzione è posizionato ben peggio rispetto al Paese in cui oggi ho scelto di vivere. Un'isola dove c'è sicurezza e la qualità della vita è invidiabile. La scomparsa di Daphne Caruana Galiza è un colpo molto duro alla democrazia. La sua era una voce di libertà autorevole. Però, ripeto: chi in questi giorni parla di Malta dando giudizi sommari, di quest'isola conosce poco o nulla».
Elena Filini
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Il Gazzettino