MALTEMPO VENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente

MALTEMPO VENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente
MALTEMPOVENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente fatto una vittima: da domenica mattina è disperso nel Mincio il ragazzo rumeno di 24 anni di Valeggio...

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MALTEMPO
VENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente fatto una vittima: da domenica mattina è disperso nel Mincio il ragazzo rumeno di 24 anni di Valeggio finito nel fiume con l'auto assieme ad altri quattro amici mentre andava a pesca. Le ricerche sono continuate anche ieri ma sono poche le possibilità di ritrovarlo vivo.

In attesa di altre perturbazioni, sembra comunque meno intense annunciate per domani e giovedì, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato ieri mattina il decreto sullo stato di emergenza, già sul tavolo del governo: è nuovo, non un estensione del precedente decreto di un paio di settimane fa, non pone date-limite al censimento dei sindaci sui danni.
Dopo il superlavoro di soccorso immediato, sgombero di alberi caduti e case allagate a cui sono stati costretti Vigili del fuoco (oltre 600 interventi tra sabato e domenica) e centinaia di volontari della Protezione civile, ripristinata l'energia elettrica a Tambre, rientrati i livelli dei fiumi (specie Brenta e Bacchigione), è partita la conta dei guasti provocati dalle nevicate di maggio anche a quote medio-basse, dal vento forte (punte di 130 km/h a Marano di Valpolicella), da grandinate e piogge. Mentre restano monitorati nel bellunese gli smottamenti di Borsoi e sull'autostrada A27 all'altezza del comune di Alpago sul lago di S.Croce.
Il maltempo in Veneto ha colpito larghe fasce del territorio, la più presa di mira dalle pazzie del meteo è stata tutta la provincia di Verona, pianura, colline e basso lago, in particolare la zona del Garda. Ma anche il litorale (allagamenti a Sottomarina e Bibione), la fascia Pedemontana (Valdobbiadene affondata due volte in otto giorni), le zone collinari dove grandinate, gelate, raffiche hanno fatto male a vitigni, alberi da frutta (ciliegie, mele, pere, albicocche), ortofrutta, in un momento delicato della stagione. E in pianura le piogge copiose e i ristagni d'acqua dopo le recenti semine non hanno certo giovato a mais, frumento, cereali, soia. «È stato senz'altro un evento anomalo» sintetizza Luca Soppelsa, direttore della Protezione civile regionale.
Secondo un primo bilancio della Cia-Agricoltori italiani, Veneto ed Emilia-Romagna sono state le regioni più maltrattate per una stima di danni superiore al milione di euro. «Avremo sensibili riduzioni delle produzioni in alcune filiere - dice Giuseppe Pan, assessore regionale all'Agricoltura - Non si prospetta certo una bella annata».
IL BILANCIO
Ovviamente è presto per quantificare i danni. La Regione Veneto è in attesa del censimento dei sindaci cui sono state date alcune settimane di tempo. Nel settore agricolo, Avepa ha subito fatto partire i sopralluoghi. A premere sull'acceleratore sono le associazioni di categoria. «Il Nordest ha un peso agricolo consistente con una produzione che vale il 28% di quella nazionale - sottolinea la Cia - Siamo davanti a una situazione eccezionale che conferma come i cambiamenti climatici siano una realtà concreta. Gli agricoltori dovranno investire sempre di più in strumenti assicurativi per proteggere le colture dagli eventi estremi».
VERONESE

La fascia colpita è macchia di leopardo ma estesa, fino al confine di Vicenza. Si stima che per i vigneti sia a rischio il 50% della produzione nella zona del Lugana: la grandine li ha tranciati in due spezzando i rami. «Un disastro anche nei frutteti senza rete: meli, pere, pesche, albicocche - osserva Pietro Spellini di Confagricoltura - tutti i frutti segnati e quindi deprezzati». «I danni al momento - evidenzia Giuseppe Ruffini, direttore della Coldiretti - non sono quantificabili. I vigneti sono nella fase della inflorescenza per cui la valutazione potrà essere effettuata più avanti nel tempo quando si formeranno i grappoli. La frutticoltura è stata colpita da grandine molto sottile in un momento in cui i frutti sono ancora molto piccoli per cui anche qui bisognerà aspettare l'evoluzione». Il lago di Garda è stato battuto da grandinate e raffiche oltre i 100 km/h, anche ad Affi e Cavaion Veronese, a Bardolino sradicate piante secolari.
Paolo Francesconi
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Il Gazzettino