MACCHINA SANITARIA PORDENONE La macchina sanitaria provinciale sta già guardando

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MACCHINA SANITARIAPORDENONE La macchina sanitaria provinciale sta già guardando oltre l'estate. E mentre in queste settimane agostane gestisce l'aumento dei casi di contagio da...

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MACCHINA SANITARIA
PORDENONE La macchina sanitaria provinciale sta già guardando oltre l'estate. E mentre in queste settimane agostane gestisce l'aumento dei casi di contagio da ritorno che si sta riscontrando anche nel territorio si organizza per l'autunno. Quando si presenteranno molti casi di influenza stagionale e sarà necessaria la diagnosi differenziale per distinguere i sintomi della normale sindrome stagionale da quelli Covid-19. E ci si prepara non solo con l'infornata di medici e infermieri che la direzione generale guidata da Joseph Polimeni ha appena annunciato, ma anche con un vero e proprio piano organizzativo che punta al contenimento del coronavirus nel caso in cui dovesse riaffacciarsi prepotentemente. Pronti soccorso rigorosamente divisi negli accessi attraverso i triage (fronte che in realtà non è mai stato allentato) per distinguere i casi sospetti. Un reparto Covid, nell'area della Rsa dell'ospedale di Sacile, pronto a entrare in funzione appena e se dovesse essere necessario. Oltre alla eventuale ri-organizzazione - come avvenuto la scorsa primavera - del reparto di Pneumologia in una vera terapia semi-intensiva. Ma il piano d'autunno punta molto anche sul patto tra reparti ospedalieri e medici di medicina generale e pediatri di libera scelta sul territorio. Una collaborazione che quanto più stretta sarà tanto più potrà consentire la prevenzione e la cura sui territori e a domicilio prima dei ricoveri. Un piano che si basa inevitabilmente anche sul far tesoro dell'esperienza dei frenetici mesi dell'emergenza acuta della primavera scorsa.

LA PREVENZIONE
«L'esperienza fatta nei mesi di picco del Covid-19 la scorsa primavera - sottolinea Massimo Crapis, infettivologo del Santa Maria degli Angeli di Pordenone - giocherà un ruolo fondamentale nel caso in cui dovessimo trovarci di fronte a una nuova ondata. Ma ci sarà sicuramente da gestire l'emergenza legata alla influenza di stagione. Che avendo, come ormai si sa, sintomi assi simili al Covid necessita della diagnosi differenziale. Cioé individuare subito e dividere i casi di sindrome stagionale da quelli di Covid. E questo sarà tanto più agevole quanto più elevato sarà il tasso di cittadini che riusciremo a vaccinare già a partire da ottobre. Una alta immunizzazione contro l'influenza stagionale aiuta nella diagnosi e nella ricerca dei casi dati da Sars-Cov-2. Per questo è fondamentale la preziosa collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri del territorio».
DIPARTIMENTO

Non di meno il ruolo diagnostico del Dipartimento di prevenzione dell'Asfo sul fronte delle vaccinazioni eseguite nei distretti territoriali. La campagna d'autunno richiederà uno sforzo enorme anche perché ci sono anche le altre vaccinazioni da eseguire, in particolare su neonati e bambini. Già in questi giorni per rispondere al forte incremento di persone in isolamento da monitorare il Dipartimento si è ritarato, cosa non agevolissima visto anche il periodo di ferie, dovendo fare i canti con la carenza di personale. In particolare di assistenti sanitarie che eseguono i tamponi.
d.l.
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Il Gazzettino