C'è ancora tempo oggi dalle 11 alle 15 alle Fondamenta delle Zattere di Venezia per provare ad incantare Red Ronnie, in cerca di due talenti che si esibiranno stasera alle 21 in...
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Chi si è presentato, Red Ronnie?
«Persone che fanno la propria musica originale. Pensavo di trovare pochi talenti perché in questo mondo non puoi più esprimere la tua musica: ai talent devi portare i pezzi degli altri, dal vivo preferiscono le cover. La musica è stata massacrata perché fa pensare e soprattutto rompe le scatole. Prima facendoci circolare la droga. Poi mettendola gratis su internet. Poi cambiando idoli: al posto di grandi musicisti, Belen, Balotelli o Fabrizio Corona. Aggiungici i talent. Non ho nulla contro i talent, ma contro il loro monopolio. A fronte di questa grande repressione, pensavo non ci fossero più talenti. E invece sono stato smentito clamorosamente. Sono arrivati ragazzi con composizioni pazzesche».
Cosa la colpisce?
«L'energia: la musica non è cervello. È istinto. Io non sono un musicista, ma la amo, e scelgo quel che amo. A Sanremo ad esempio ho sentito una ragazzina assieme al mio caro amico, purtroppo scomparso, Mesolella. Con la chitarra accompagnava un ragazzo. Le abbiamo chiesto di fare una canzone sua e ci ha talmente colpito che l'abbiamo mandata subito da Caterina Caselli».
E di questa avventura a Venezia?
«Ogni città ha le sue bellezze, ma dipende dalla volontà politica. Ad esempio Bologna è finita, eppure era la Bologna del rock. Venezia sta trovando la combinazione giusta perché il sindaco Brugnaro è un imprenditore che ha deciso di smettere di seguire i suoi impegni per lavorare gratuitamente per la musica. La cultura c'è a Venezia, ma non è solo opere del Tiepolo o piazza San Marco: è quello che si fa oggi».
Il gran finale in piazza Ferretto, domani alle 21, quando Red porterà sul palco Paolo Belli, i Kolors, Renzo Rubino, Matthew Lee, Bobby Solo, i Tinturia, Gianni Fantoni.
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Il Gazzettino