Ma molti comitati rimangono critici: «Volontari inesperti e poco considerati»

Ma molti comitati rimangono critici: «Volontari inesperti e poco considerati»
I PARERI«Organismi tenuti in scarsa considerazione dall'amministrazione comunale, in cui operano, a livello di mero volontariato, cittadini spesso privi di esperienza...

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I PARERI
«Organismi tenuti in scarsa considerazione dall'amministrazione comunale, in cui operano, a livello di mero volontariato, cittadini spesso privi di esperienza amministrativa e politica». A un anno dalla creazione delle dieci consulte di quartiere i rappresentanti di vari comitati civici padovani esprimono questo commento, sul funzionamento delle strutture ispirate alla formula degli ex consigli di quartiere.

«Le consulte si reggono sul mero volontariato di persone nominate dai gruppi politici presenti in consiglio comunale, che quindi non sono investite della responsabilità derivante dal mandato del corpo elettorale osserva il coordinatore del comitato Miglio d'oro dell'Arcella, Andrea Rossi-. Ciò comporta una oggettiva difficoltà nell'affrontare tutte le istanze dei cittadini da parte dei membri di questi organismi, che potrebbero funzionare molto meglio se i vertici comunali le coinvolgessero. Invece spesso si assiste a proposte di progetti calati dall'alto sui quartieri, di cui in molti casi le consulte non sanno nulla, se non quanto vengono ad apprendere dalla stampa locale».
Per Michele Russi, residente a Mortise con 35 anni di attività nel vecchio Consiglio di quartiere 3 est, «Le consulte, rette spesso da persone con poca esperienza, e prive di consenso popolare alle spalle, hanno pochissime possibilità di incidere efficacemente sul territorio e di influire sulle decisioni della giunta comunale, in quanto strutture prive di mezzi idonei per esercitare il mandato e senza gestione di fondi».
Il comitato Ansa Borgomagno sostiene che gli ex Consigli di quartiere hanno lasciato «un grande vuoto, perché al loro interno operavano le commissioni, come sociale e commercio, dove intervenivano esponenti di associazioni radicate nel territorio da anni, con profonda conoscenza delle dinamiche e delle problematiche dei vari punti della città. Lì lavorava gente con esperienza politica, mentre ora, nelle consulte, ci sono persone spesso portate a litigare come in un'arena, senza preparazione adeguata».
A chiedere al Comune di «informare più puntualmente le consulte sui futuri piani urbanistici» è Antonio Huaroto del Gruppo Vivere bene San Bellino. «Recentemente osserva - la delibazione del piano urbanistico relativo all'area Rogazionisti, all'Arcella, non è passata per la consulta, la quale invece dovrebbe essere messa al corrente dei problemi importanti che riguardano il consumo di suolo, visto che quello dell'ecologia è uno dei grandi temi al centro dell'interesse dell'amministrazione».

Un deciso plauso all'attività delle consulte arriva invece dall'associazione di cittadini Piazza de Gasperi: «Si tratta di un organo fondamentale che mette in comunicazione l'amministrazione con i cittadini, per comprendere quali sono i programmi del Comune e le esigenze della popolazione».
Isabella Scalabrin
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Il Gazzettino