«Ma la provincia è ancora sicura»

«Ma la provincia è ancora sicura»
TREVISO - «Treviso è la 94esima provincia italiana per per numero di reati. Vuol dire che è estremamente sicura». Parola del questore Tommaso Cacciapaglia. Ai microfoni di...

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TREVISO - «Treviso è la 94esima provincia italiana per per numero di reati. Vuol dire che è estremamente sicura». Parola del questore Tommaso Cacciapaglia. Ai microfoni di Antenna Tre il responsabile della sicurezza pubblica trevigiana ha ripercorso i fatti più importanti di una settimana calda per la Marca cominciata per lui proprio con la stoccata del sindaco Giovanni Manildo che lo ha chiamato in causa sulla questione sicurezza ed in particolare l'aggressione all'autista in via Roma. «Ma quella - ha tagliato corto il questore - è stata una ragazzata - che ha avuto un seguito maggiore rispetto alla portata dell'episodio. In ogni caso, se l'allarme più volte presentato anche durante i comitati e certe indicazioni, come quella di installare nuove telecamere, fossero state accolte prima, avremmo evitato che si verificassero questi fatti».

Cacciapaglia si è soffermato sulle zone più calde della città: «Ponte San Martino e via Roma sono più che vigilati e il passaggio delle pattuglie è costante». Parole destinate a contribuire a un dibattito quanto mai acceso in città sul tema sicurezza. Il questore ha commentato poi la nuova presenza di vigilantes di guardia in stazione. Un'iniziativa accolta positivamente: «Nei momenti più topici è un grande deterrente». Ma non sono mancati neppure gli interventi sugli altri temi caldi: quello dei furti e quello della caserma Piave occupata. «Più che sgomberare il comune ha chiesto con molta democrazia e molto garbo ai ragazzi di lasciare l'area. È chiaro che non c'è stata alcuna autorizzazione, che si tratta di un luogo non idoneo e che ci possono essere anche problemi per la sicurezza».

Infine il tema dei furti e delle ronde virtuali sul web. Per Cacciapaglia una iniziativa positiva. Ma con una avvertenza alle "sentinelle": «Prima di fare segnalazioni in internet avvertiteci. Così ci date la possibilità di prendere i sospetti. Poi fate la vostra parte con fotografie e filmati che ci possano aiutare a individuarli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino