M5S: non staremo a guardare

M5S: non staremo a guardare
«Quando Gentiloni verrà a chiederci la fiducia noi usciremo dall'Aula per manifestare insieme ai cittadini in modo pacifico, com'è nel nostro stile ma decisi a denunciare...

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«Quando Gentiloni verrà a chiederci la fiducia noi usciremo dall'Aula per manifestare insieme ai cittadini in modo pacifico, com'è nel nostro stile ma decisi a denunciare quello che sta accadendo. Il presidente Mattarella non ci ha dato ascolto, vive su un altro pianeta. Gentiloni è l'emissario della Cia in Italia, un palombaro che ubbidisce solo ai voleri della Nato».

Carlo Sibilia, ex esponente del disciolto direttorio non è affatto tenero con il presidente del Consiglio incaricato. È il suo benvenuto ma è questa l'aria che tira sul fronte grillino che oggi diserterà le consultazioni. «Aspetteremo il pronunciamento della Consulta sull'Italicum. Se però entro un tempo congruo, marzo o al massimo aprile prossimo, non si andrà alle urne chiameremo di nuovo i cittadini in piazza. Non siamo disposti a farci prendere in giro da chi non è stato legittimato da un voto popolare».
Chiusura totale. Nessuna partecipazione «a nessun tavolo» con le altre forze politiche per armonizzare, per dirla con Mattarella, la nuova legge elettorale. Sui social è tutto un florilegio di ispirazione vagamente giacobina. Ce n'è per tutti: il bersaglio preferito resta Matteo Renzi con Maria Elena Boschi e Gentiloni che scalano posizioni su posizioni seguendolo a ruota.
Di Maio, ospite al programma In mezz'ora di Lucia Annunziata, su RaiTre, conferma la scelta di salire sull'Aventino, «non abbiamo intenzione di votare né la fiducia né il no al governo Gentiloni che è frutto di una manovra di palazzo». Sull'Italicum la posizione non cambia: la Consulta si esprima, il Parlamento recepisce le osservazioni, poi tutti al voto, «i cittadini non vedono l'ora di cambiare l'Italia», «in queste ore stanno fabbricando l'ennesimo governo in provetta per continuare a mantenersi i loro mega stipendi, le loro pensioni e i loro benefit».
Oggi Beppe Grillo sarà di scena al teatro Politeama di Genova. Prevista dunque una nuova dose di vaffa per accogliere il nuovo possibile inquilino di palazzo Chigi, considerato un avatar, una controfigura di Renzi. E domani torneranno a riunirsi in assemblea congiunta deputati e senatori. All'ordine del giorno il codice di regolamento interno. Come comportarsi in caso di avviso di garanzia? Giusto dimettersi? Oppure come si è fatto finora si dovrà valutare caso per caso lasciando a Beppe Grillo il ruolo di plenipotenziario, giudice unico, tutore del popolo grillino? La proposta è di stabilire una sorta di prontuario per eliminare qualsiasi forma di discrezionalità.

Intanto si lavora al programma. E in modo serio e semiserio anche alla squadra di governo. Informazioni che le fonti suggeriscono di prendere per ora con il beneficio d'inventario: presidente del Consiglio Luigi Di Maio; agli Esteri Alessandro Di Battista; Riforme Danilo Toninelli; Sostenibilità ambientale Mirko Busto (o Alberto Zolazzi); Sanità Giulia Grillo (o Luigi Gaetti); Antimafia Michele Giarrusso; Democrazia diretta e partecipazione Riccardo Fraccaro; Difesa Vito Crimi; Trasporti Michele Dell'Orco (o Angelo Santangelo); Comunicazioni Roberto Fico; Semplificazione Barbara Lezzi; Rapporti con la Ue Carlo Sibilia; Istruzione Nicola Morra. Restano vuote le caselle del ministro all'Economia e della Giustizia che verrebbero comunque affidate a tecnici. Per gli Interni viene indicata Roberta Lombardi anche se i suoi rapporti con Beppe Grillo e Davide Casaleggio non sarebbero più idilliaci. Fantapolitica? Solo un gioco? Vedremo.
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Il Gazzettino