M5S: «Ecco il batterio che mangia i Pfas»

M5S: «Ecco il batterio che mangia i Pfas»
VENEZIA La soluzione al problema Pfas? Far letteralmente mangiare le sostanze perfluoroalchiliche ai microrganismi effettivi (ceppi batterici), già utilizzati nel risanamento...

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VENEZIA La soluzione al problema Pfas? Far letteralmente mangiare le sostanze perfluoroalchiliche ai microrganismi effettivi (ceppi batterici), già utilizzati nel risanamento ambientale post-nucleare di Fukushima. L'idea è di un ricercatore toscano e viene rilanciata in Veneto dal Movimento 5 Stelle, suscitando il gelo della Regione ed invece l'interesse di Miteni, l'azienda di Trissino accusata degli sversamenti che hanno determinato la grave emergenza ambientale e sanitaria riguardante principalmente le province di Vicenza, Verona e Padova.

Collegato in videoconferenza con Palazzo Ferro Fini, ieri il biotecnologo Domenico Prisa ha illustrato i risultati di una sperimentazione di laboratorio, effettuata su alcuni campioni di acqua inquinata, prelevati in un pozzo privato di Sarego grazie all'intermediazione del consigliere regionale pentastellato Simone Scarabel. «Ho inserito nel materiale contaminato gli EM (Effective Microorganisms, ndr.) a varie concentrazioni, ma non pensavo che avrebbero determinato una reazione così importante», ha sottolineato il consulente, sostenendo di aver registrato questi esiti dopo un mese di trattamento: nelle provette contenenti 44,7 microgrammi di Pfas per litro di acqua, un calo dell'inquinante a quota 0,76-0,40, a seconda della quantità immessa di microrganismi; in quelle con 50,6 microgrammi per litro all'inizio del test, una diminuzione ai livelli di 0,88-0,56. «Le sostanze perfluoroalchiliche si sono ridotte di cento volte ha tradotto Jacopo Berti, capogruppo del M5S attraverso una tecnologia che costa un decimo dei filtri a carbone. Ci dicono che siamo sempre quelli del no, invece stiamo dimostrando che sappiamo fare delle proposte: chiediamo solo alla Regione di svolgere una sperimentazione sul campo». Ha aggiunto il consigliere Manuel Brusco: «Sono interessati oltre 100 Comuni, di cui 21 nell'area rossa, qui c'è in ballo la salute dei cittadini».

Come ha ironicamente sottolineato Sonia Perenzoni, consigliera pentastellata di Montecchio Maggiore particolarmente attiva sul fronte Pfas, «in questi giorni abbiamo visto i sindaci andare in corteo ad accendere un cero alla Madonna dei Miracoli: perché non provare questa tecnologia?». Per il momento, però, Palazzo Balbi tace: un silenzio di scetticismo. Immediata è stata invece la risposta di Miteni, affidata ad una nota: «L'azienda è disponibile a partecipare alla sperimentazione scientifica di questa soluzione mettendo a disposizione i terreni, le acque, il proprio laboratorio di ricerca». Pure Flavio Zambon, assessore all'Ambiente di Sarego, ha manifestato interesse: «Potremmo testare questa metodologia con le imprese agricole e industriali del territorio».
A.Pe.
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Il Gazzettino