LUTTO PORDENONE Era il lontano 1965 quando Carisio Del Sordo lasciò la capitale

LUTTO PORDENONE Era il lontano 1965 quando Carisio Del Sordo lasciò la capitale
LUTTOPORDENONE Era il lontano 1965 quando Carisio Del Sordo lasciò la capitale e si spostò verso il Nord Est in cerca di fortuna. Faceva il rappresentante di attrezzature...

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LUTTO
PORDENONE Era il lontano 1965 quando Carisio Del Sordo lasciò la capitale e si spostò verso il Nord Est in cerca di fortuna. Faceva il rappresentante di attrezzature alberghiere, ma il suo sogno era aprire un locale tutto suo. Vide un paio di posti interessanti, proprio a Pordenone, ma purtroppo non disponibili, finché non gli fu offerto un angolo all'interno della Galleria Asquini, dove, nel 1968, aprì il Bar Doney.

Lo chiamò Doney, come un famoso e ancora attivo locale di Roma, pensando che quel nome gli avrebbe portato fortuna. Certamente l'insegna fu beneaugurante, perché il Doney si trova ancora lì e gode ancora di ottima salute.
Nato come torrefazione e degustazione di caffè, il bar forniva lavoro a una squadra di sei persone: Carisio, la moglie, il figlio Luca e tre dipendenti, con un consumo giornaliero di caffè che andava dai 5 ai 6 chili. Ma il nome non fu certo l'unica eredità che Carisio portò dalla sua terra d'origine. Anche per differenziare il suo locale dagli altri, fece la sua comparsa per la prima volta sulla piazza pordenonese quella che per molti diventò, in breve tempo, uno strano oggetto del desiderio, il tramezzino.
Sono passati 45 anni, ma l'insegna del Doney è ancora accesa. Luca, il figlio di Carisio, ha preso la gestione del locale ampliando ulteriormente l'assortimento di panini e snack, preparati ogni mattina, rigorosamente con il pane fresco dello stesso panificio che, nel 1968, cominciò a rifornire Carisio. Il banco dei panini è ancora oggi la principale attrazione del locale. In tempi più recenti si era dato molto da fare per costituire il cosiddetto Gruppo dei 50, formato dai commercianti che ruotano attorno a piazza XX Settembre, per promuovere le attività e l'animazione dell'area.
Carisio, che non ha mai mollato il suo posto dietro al bancone, da ieri non c'è più. È scomparso tre giorni dopo aver compiuto 84 anni. Alcuni mesi fa aveva subito un incidente in casa, fratturandosi una gamba, ma sembrava averlo superato senza problemi e strascichi.

Carisio lascia il figlio Luca, che ha seguito le sue orme e che in gioventù era un provetto sciatore agonista (è anche maestro di sci) e la figlia Cinzia.
F.M.
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Il Gazzettino