L'accensione del grande albero di Natale in piazza dei Signori arrivato da Brunico, come accade da 15 anni a questa parte, segna l'inizio ufficiale del periodo più caldo e atteso...
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Assessore, come arriva la città al momento clou dell'anno per commercio e turismo?
«Direi molto bene. La vedo viva, piena di gente. Abbiamo avuto un autunno importante, ricco di manifestazioni ed eventi. Forse a novembre c'è stata una flessione. Dopo l'estate però Treviso ha iniziato una nuova vita grazie alle mostre e ai tanti appuntamenti».
Con l'accensione dell'albero in piazza è cominciato il periodo delle festività natalizie.
«Sì, abbiamo anche inaugurato il Pala Treviso in piazza Borsa e pure il Natale in quartiere Latino sta andando a regime. Direi un inizio scoppiettante».
Rimane la questione luminarie. In Calmaggiore non ci sono.
«Ormai il Calmaggiore non è più in mano al nostro commercio. Ci sono i grandi marchi, va un po' per conto suo. Non posso andare a chiedere un contributo per le luminarie alle commesse o ai responsabili di negozio che non hanno l'autorità per decidere queste cose. Hanno però detto che faranno qualcosa sulle loro vetrine. Il clima di festa non mancherà».
Le dispiace?
«Non mi dispiace tanto questo perchè comunque qualcosa si farà, quanto alcune polemiche sterili che hanno avuto poco senso».
Come quella con Rivivere Treviso per le luminarie? Vi accusano di non aver voluto concedere il contributo. «Le cose non stanno così. L'amministrazione ha organizzato eventi e manifestazioni, portato visitatori in città. Ha investito nelle luminarie sui corsi d'acqua e in quelle zone commercialmente difficili o penalizzate da ristrutturazioni come piazza Santa Maria dei Battuti o quartiere Latino. Avevamo 5mila euro da destinare alle luminarie e abbiamo scelto di darli ai quartieri».
Una scelta differente rispetto a quelle fatte lo scorso anno.
«Bisogna anche capire. Ma gli investimenti ci sono stati e la gente in città l'abbiamo portata. Se poi qualcuno pensa che dobbiamo portarla anche dentro i negozi si sbaglia. Certi atteggiamenti sono stati molto egoistici».
Però alcune zone caratteristiche, come la Pescheria, sono al buio.
«Sono le zone dove lavora chi non ha voluto capire, chi ha preferito fare scelte politiche rimanendo però isolato. Un atteggiamento da Tafazzi. Il resto della città invece va avanti. Tanti commercianti si sono dati da fare da soli facendo cose egregie come nelle piazze del mercato, in via Manzoni, via Campana o Borgo Cavour».
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Il Gazzettino