Lucciole, la portinaia si difende: «Non sapevo cosa facevano»

Lucciole, la portinaia si difende: «Non sapevo cosa facevano»
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(L.L.) «Io non potevo sapere che i due appartamenti, affittati giornalmente come bed and breakfast, erano in mano a due prostitute sudamericane. E poi ho le prove che i proprietari dei due mini erano perfettamente a conoscenza che i loro immobili venivano da me affittati. Io affitto, con la formula bad and breakfast alcuni appartamenti in città». Luisa Rosin, condannata a due anni, due mesi e venti giorni con il rito abbreviato dal giudice Mariella Fino, che l'ha riconosciuta responsabile di tolleranza della prostituzione, decide di difendersi pubblicamente. I due appartamenti, dove sono passate le prostitute sudamericane, prima in uno e poi nell'altro, erano nel palazzo di piazza Garibaldi 8, all'imbocco del Liston.

«Io ho un'impresa di pulizie con una decina di dipendenti. Mi sveglio alle 5 del mattino e da anni mi occupo anche di affittare dei mini appartamenti. Come posso sapere chi sono le persone che affittano i locali che mi cedono i proprietari? Come faccio a sapere che la persona al quale affitto l'appartamento bad and breakfast è un pregiudicato o se mi paga con la carta di credito falsa?».
L'imprenditrice si dichiara molto sconfortata anche con i proprietari dei due appartamenti, i quali hanno dichiarato agli inquirenti che non erano a conoscenza che la signora aveva affittato i loro immobili. E Luisa Rosin mostra le fotocopie di sms tra lei e i proprietari di anni di contatti. E anche una sorta di scrittura-contratto con la quale le erano stati affidati i due mini di piazza Garibaldi 8.
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Il Gazzettino