Luca Ricolfi Anche se nessun partito ha ancora presentato un programma elettorale preciso, ormai un'idea me la sono fatta....
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Anche se nessun partito ha ancora presentato un programma elettorale preciso, ormai un'idea me la sono fatta. All'appuntamento di marzo, quando saremo chiamati alle urne, la sinistra si presenterà, inevitabilmente, come la paladina e la garante della continuità. In un modo o nell'altro, è al governo da sei anni, e da quasi quattro, ossia da quando Renzi ne ha conquistato il comando, governa sostanzialmente da sola, con condizionamenti minimi da parte dei cespugli che circondano il Pd. È dunque verosimile che, alle urne, si presenti chiedendo agli italiani di consentirle di continuare l'ottimo lavoro fatto da Renzi e Gentiloni. Se siamo stati così bravi fin qui, perché cambiare? Molto difficile che, prima del voto, il Pd attui quella svolta a sinistra (ma sarebbe più esatto dire: quel ritorno al passato), che scissionisti e nostalgici invocano quotidianamente.
Il Movimento Cinque Stelle si presenterà nel registro opposto, come l'unica garanzia di un cambiamento vero, come l'unica forza che essendo nuova e non avendo mai governato (o meglio: avendo governato solo in qualche comune) può davvero cambiare il Paese. E cercherà di convincere gli italiani a votarlo soprattutto con la proposta di un (assai generoso) reddito minimo garantito, che si ostinerà a chiamare reddito di cittadinanza, che suona meno assistenziale.
Il vero rebus, per me, è la destra. Intanto perché, a destra, a differenza che altrove, siamo in presenza di tre partiti e non di uno solo: Forza Italia e la Lega stanno in prossimità del 15%, (...)
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Il Gazzettino