Lotta allo smog, in città 20 ettari di boschi

Lotta allo smog, in città 20 ettari di boschi
IL PROGETTOTREVISO Boschi urbani al posto dei classici giardini per un polmone verde diffuso in tutta la città e in grado di creare una vera barriera contro l'inquinamento. Il...

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IL PROGETTO
TREVISO Boschi urbani al posto dei classici giardini per un polmone verde diffuso in tutta la città e in grado di creare una vera barriera contro l'inquinamento. Il progetto è ambizioso, di quelli destinati a lasciare il segno se tutto andrà come deve andare. L'ultima variazione di bilancio approvata nel consiglio comunale della scorsa settimana ha dato ufficialmente il via all'operazione Verde a Treviso. Alessandro Manera, assessore all'Ambiente, è il regista di questa fase iniziale. Il punto di partenza è molto semplice: piantare dei boschi veri in tutte le zone della città individuate dal Piano degli Interventi. A oggi si parla di 200mila metri quadrati (circa 20 ettari) da trasformare in bosco e limitando il conto alle sole aree pubbliche: «Un'operazione del genere non è mai stata fatta qui da noi, Si procederà con le aree già a destinazione del Comune per poi procedere con eventuali aree private, da valutare in termini compensativi».

CARATTERISTICHE
Come detto il termine bosco non è utilizzato a caso: «La nostra intenzione - continua l'assessore - è quella di creare aree con alberi ed essenze sempre verdi prevedendo sia piante già adulte che piccole oltre a specie mellifere. Importante infatti sarà anche l'aspetto visivo oltre che quello più pratico dei benefici legati a una zona di questo tipo. Il bosco urbano è la direzione verso cui ci si sta muovendo in Europa. Con la variazione di bilancio abbiamo stanziato 184mila euro, ma contiamo di arrivare a circa 500mila con i fondi europei. Fondi che, ricordo, potranno avere solo questa destinazione». Il progetto bosco urbano verrà pensato ed elaborato pendendo in esame tutta la città. Non si partirà, insomma dalle singole aree: «È necessario procedere così per poter accedere ai finanziamenti europei - sottolinea Manera - poi, una volta ottenuto il quadro generale si potrà lavorare sulle singole aree». I tempi di progettazione sono già stati definiti: «Vogliamo partire subito. Il bando per affidare il progetto durerà 30 giorni, più altri 30 per l'elaborazione di massima. Entro la fine dell'anno contiamo di vedere già qualcosa di concreto, anche se poi dipenderà molto dai progetti e dal tipo di albero che si deciderà di utilizzare».
INQUINAMENTO
I boschi cittadini avranno quindi ampiezza variabile: si va da un minimo di 12mila metri quadrati a un massimo di 40mila. Per realizzarli saranno scelte solo essenze arboree autoctone, pratica già avviata con le piantumazioni degli ultimi anni. Le prime aree boschive sorgeranno nella zona a sud di Treviso, dove in queste settimane tra cantieri che partono e lavori annunciati, c'è parecchio fermento. «Vogliamo boschi visitabili, accessibili ai cittadini ma non aree attrezzate. Le panchine, per esempio, saranno posizionate lungo i margini esterni. Poi ci saranno sentieri percorribili, come in ogni normale bosco, e ci si potrà andare anche col cane. La loro valenza sarà doppia: produrre ossigeno e fare da barriera all'inquinamento».
LA POLEMICA

Manera torna poi sulle scintille scoppiate i consiglio comunale con la Lista Manildo, che ha presentato un ordine del giorno con proposte aggiuntive a quella del bosco urbano: «L'ho trovato un espediente per non votare una proposta, la nostra, che piaceva anche a loro ma che non potevano appoggiare per motivi strettamente politici. L'ho trovata una ricerca del cavillo inutile. NOI continuiamo per la nostra strada. In tema di tutela dell'ambiente abbiamo rifinanziato il bando caldaie, stiamo lavorando ai percorsi ciclabili in città e finanziando concretamente i boschi urbani. Cerchiamo, insomma, di muoverci su più piani».
Paolo Calia
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Il Gazzettino