Lorenzoni: «Diversi, ma fedeli alla linea»

Lorenzoni: «Diversi, ma fedeli alla linea»
GLI ORIZZONTIPADOVA «Il provvedimento è passato? Sì. E allora quale spaccatura c'é?» Il sindaco Giordani derubrica il non-voto di Coalizione sull'adozione del daspo urbano da...

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GLI ORIZZONTI
PADOVA «Il provvedimento è passato? Sì. E allora quale spaccatura c'é?» Il sindaco Giordani derubrica il non-voto di Coalizione sull'adozione del daspo urbano da parte del consiglio comunale come una circostanza che non ha influito sul risultato. «Facciamo parte di una maggioranza che ha sensibilità diverse, e io le rispetto. L'importante è arrivare dove vogliamo, a una Padova sicura e tranquilla.

Che cosa ne pensa il capo di Coalizione, il vicesindaco Arturo Lorenzoni che al primo turno conquistò quasi il 23 per cento dei voti divisi a metà fra Coalizione e la sua lista civica?
«Molto semplicemente penso che siano emerse le anime dei due gruppi attraverso due attegiamenti diversi. Guardi però che la diversità è un valore, e quando trova la sintesi come è stato l'altra sera, è il massimo».
Ma non è stato un segnale pericoloso il non-voto?
«Tutt'altro, perché se avessero votato no oppure fossero usciti dall'aula lo avrei considerato tale. Invece è stato un attegiamento maturo e costruttivo, quindi per me è ricchezza di contributo».
Non è che Leroy Merlin e la vicenda ospedale hanno lasciato qualche fastidio? Coalizione era critica su entrambe...
«Guardi, ogni questione fa partita a sè. Ma mi creda, niente strascichi. Sull'ospedale abbiamo lavorato nell'unico modo possibile per tenere aperto quello attuale, che sarà rinforzato. E su Leroy Merlin con Agenda 21 abbiamo trovato delle mitigazioni importanti come il Distretto dell'economia solidale, e stiamo ancora discutendo del resto».
Assisteremo ancora a maggioranze variabili?
«Dove l'ha vista? Non abbiamo mai avuto bisogno di stampelle e per me questa è una maggioranza invariabile e invariata».
Venendo al documento c'è stato un lavoro di sviluppo rispetto alla semplice adozione della legge.
«Devo ringraziare il mio gruppo a questo proposito. Abbiamo redatto delle migliorie importanti per umanizzare il provvedimento».
Giordani ieri ha raccontato il suo incontro con un barbone che dormiva davanti casa: mi sono ritrovato una notte un kosovaro che dormiva davanti a casa mia. E non l'ho denunciato né ho chiamato le forze dell'ordine. Gli ho parlato. Diverso dev'essere il comportamento con chi sbaglia e deve pagare. Ma non me la prendo con chi ha problemi. Lei che farebbe?
«Mi creda è capitato più di qualche volta e ci parlo. Perché quando si passa attraverso la relazione umana non siamo più di fronte a un accattone ma a una persona con la sua storia e le sue difficoltà. Cambia completamente la prospettiva, viene naturale lavorare perché non resti in strada».
Quindi come trova i contenuti del decreto Salvini sulla sicurezza, quando toglie la protezione per motivi umanitari?
«Se restringiamo la possibilità di accogliere li spingiamo verso l'illegalità. Pensi se un richiedente magari già inserito con un lavoro, dopo due anni si vede negato lo status. Non credo che tornerà a casa. Per questo anche nel nostro piccolo stiamo cercando di trovare dei meccanismi premianti».
Rispetto al programma elettorale quanto le manca?

«Abbiamo seminato una quantità di cose che mi sorprendono. Ma un'altra linea di tram un nuovo piano degli interventi urbanistici e un nuovo regolamento edilizio non sarebbero male».
Mauro Giacon
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Il Gazzettino