«Sono contento per Magro, sono contento che il Procuratore abbia capito che il suo è stato solo un gesto per spaventare chi stava assaltando una casa e sono contento anche...
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«E in quel caso - ricorda - furono i ladri i primi a sparare verso l'abitazione, io mi limitai ad esplodere due colpi in aria. Abito in una zona isolata, accanto non ho nessuno e la pistola è di piccolo calibro con proiettili poco più grandi di un pallino da caccia. Non c'è stato procurato allarme, nessuno ha sentito nulla o si è fatto male. Poi ho usato una pistola e non un fucile da caccia». Neanche a farlo apposta, prima di ritrovarsi coinvolto in prima persona, Lorenzon aveva anche appoggiato Magro promuovendo la raccolta di firma a suo favore: «Mi fa piacere la decisione presa dal Procuratore perché incontra i pensieri della gente, che ormai è stufa di tutti questi furti in casa. In tanti hanno sostenuto la causa di Magro, io per primo, e sono anche in tanti pronti ad avviare un'altra raccolta di firme in mio favore. E voglio anche ringraziare i carabinieri per l'arresto della banda di nomadi dell'altro giorno».
Uno che invece l'assessore non intende ringraziare è Roberto Pizzolato, consigliere comunale del Pd che ha chiesto le sue dimissioni proprio per aver utilizzato un'arma impunemente: «Per prima cosa non ho capito cosa c'entri il consiglio comunale di Treviso con la mia vicenda - replica Lorenzon - fossi stato in lui avrei tenuto un profilo più basso. Ha riportato l'episodio accaduto negli Usa di una bambina uccisa da un proiettile vagante, ma lì si trattava di una carabina e di una vicenda molto diversa. E poi gli ricordo che negli Usa è consentito sparare per difendere la proprietà privata senza che nessun giudice dica niente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino