LODO BALDETTI ROVIGO I nodi del Polo Natatorio si risolveranno entro questa settimana.

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LODO BALDETTI
ROVIGO I nodi del Polo Natatorio si risolveranno entro questa settimana. A spiegarlo è l'avvocato civico Ferruccio Lembo, visto che oggi è prevista in Corte di Appello a Venezia la sentenza per il Lodo Baldetti. Da lì dipende tutto: il destino della piscina di viale Porta Po, Veneto Nuoto e quello del Comune di Rovigo. Per quest'ultimo, soprattutto, perché sulla sua testa pende una spada di Damocle da quasi 8 milioni di euro. Cifra che nelle casse di Palazzo Nodari non c'è. Il pomo della discordia sta tutto nella convenzione tra il Consorzio Cooperative Costruzioni (che ha realizzato la struttura di viale Porta Po) e il Comune, risalente al 9 giugno 2006, appena due giorni prima che scadesse il mandato di sindaco di Paolo Avezzù. Sia chiaro, non ha firmato l'allora sindaco e attuale presidente del consiglio comunale, ma il dato va citato per poter collocare temporalmente l'approvazione della surroga. Il Comune era costretto a trovare una soluzione alternativa alla vecchia piscina comunale Baldetti di viale Porta Adige, perché la sua manutenzione sarebbe costata circa 600mila euro all'anno, mentre con questo sistema avrebbe pagato solo 245 mila euro all'anno come quota per l'utilizzo del nuovo Polo Natatorio. La surroga, quindi, è la clausola per la quale, in caso di mancato pagamento delle rate del finanziamento da circa 10 milioni per la realizzazione del sito in carico ai gestori, il Comune è chiamato liquidare tutte le rate non pagate. Dal 2012 Unipol pare non abbia più ricevuto pagamenti da Veneto Nuoto e questo ha aperto il vaso di Pandora, mostrando la fragile situazione economica del gestore.

Le puntate precedenti di questa vicenda sono state narrate più e più volte, con l'amministrazione Bergamin che si è così trovata con debiti non suoi e la banca che da mesi chiede che qualcuno le restituisca il finanziamento. Il lavoro di mediazione dell'avvocato civico Ferruccio Lembo è riuscito nell'intento di rallentare la richiesta risarcimento, ma il tempo ormai scarseggia. Questa faccenda è indissolubilmente collegata al debito con Unipol. Il progetto di finanza con cui i privati hanno realizzato la piscina, di cui hanno la gestione per 25 anni, è stato possibile ricevendo dal Comune la proprietà dell'ex piscina di viale Porta Adige. L'obiettivo era demolirla e farci dei condomìni. Il progetto si è realizzato a metà, perché il nuovo polo delle piscine c'è, ma per arrivare a vedere il supermercato che vi è stato costruito più recentemente sono stati necessari molti anni. Durante i quali Veneto Nuoto e i privati costruttori hanno promosso il lodo, asserendo che il Comune non ha ottemperato nei tempi previsti dalla convenzione a fare gli atti urbanistici per permetterle di costruirci. Il collegio arbitrale ha ritenuto che vi siano state anche delle colpe negli atti da parte dei privati.
Alberto Lucchin
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Il Gazzettino