LO STUDIO VENEZIA Quella di oggi è la ventitreesima giornata referendaria

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LO STUDIOVENEZIA Quella di oggi è la ventitreesima giornata referendaria per il Veneto. In realtà fra abrogative, consultive e confermative, le consultazioni sono state ancora...

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LO STUDIO
VENEZIA Quella di oggi è la ventitreesima giornata referendaria per il Veneto. In realtà fra abrogative, consultive e confermative, le consultazioni sono state ancora più numerose, visto che diverse tornate hanno comportato più quesiti su differenti temi. Finora i veneti si sono dimostrati maggiormente partecipativi della media degli elettori italiani: se a livello nazionale il quorum è stato raggiunto solo in 13 occasioni, infatti, sul territorio regionale per 15 volte si è recato ai seggi il 50% più uno degli aventi diritto al voto, secondo il dossier statistico elaborato dall'Osservatorio elettorale della Regione, con la consulenza scientifica del politologo Paolo Feltrin.

IL RECORD
Il record assoluto di partecipazione risale al 12 e 13 maggio 1974: nel Veneto bianco il 92,9% degli elettori, contro l'87,7% della media italiana, partecipò al referendum sul divorzio, facendo peraltro registrare una virtuale vittoria del Sì all'abrogazione della legge che permetteva la fine anche giuridica del matrimonio, mentre a livello nazionale trionfò il No con il 59,3%. L'unica altra occasione in cui a queste latitudini venne superata l'asticella del 90%, eventualità mai avvenuta sul totale dell'Italia, fu il 2 giugno 1946: il 91,5% andò alle urne per scegliere la repubblica (58,4%) anziché la monarchia. Negli ultimi quarant'anni, invece, il tasso di partecipazione è andato complessivamente in calando, pur con alcuni temporanei sussulti.
VIA LIBERA
L'11 e 12 giugno 1978, finanziamento pubblico dei partiti e ordine pubblico: 89,7%. Il 17 e 18 maggio 1981, cinque quesiti fra cui ergastolo e aborto: 88%. Il 9 e 10 giugno 1985, indennità di contingenza: 86,1%. L'8 e 9 novembre 1987, cinque domande fra cui contributi agli enti locali che ospitano centrali nucleari: 74,1%. Il 18 giugno 1989, mandato costituente al Parlamento Europeo: 86,5%. Il 3 e 4 giugno 1990, tre temi fra i quali la caccia: 55%. Il 9 e 10 giugno 1991, riduzione delle preferenze per la Camera: 73,7%. Il 18 e 19 aprile 1993, maggioritario al Senato e altri sette argomenti, fra cui l'abolizione di alcuni ministeri: 87,7%. L'11 giugno 1995, interruzioni pubblicitarie e altri undici quesiti, fra cui la privatizzazione della Rai: 67,9%. Il 18 aprile 1999, voto di lista alla Camera: 56,2%. Il 25 e 26 giugno 2006, riforma costituzionale: 62,3%. Il 12 e 13 giugno 2011, quattro domande fra cui due sul servizio idrico: 58,9%. Il 4 dicembre 2016, riforma costituzionale: 76,7%.
STOP

Fra le consultazioni rimaste sotto al 50%, quelle del 2005 sulla procreazione assistita (25,5%) e del 2016 sulle trivellazioni in mare (37,9%), nonché l'unico altro referendum regionale della storia veneta: quello sui buoni scuola del 2002, che si fermò al 21,1%, l'affluenza più bassa di sempre.
A.Pe.
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Il Gazzettino