Lo si annusava già da qualche anno. Non è più Padova il polo universitario

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Lo si annusava già da qualche anno. Non è più Padova il polo universitario principe per i bellunesi. Trento prima ha giocato con il fiato sul collo, ora è al sorpasso. Sono i numeri a dirlo. Almeno quelli che riguardano i super bravi della nostra provincia, ovvero i 70 studenti maturati a luglio 2016 con 100/100 (di cui 9 con lode) che ieri, al Centro Giovanni XXIII con coordinamento di Rosetta Canarella, hanno ricevuto la borsa di studio della Fondazione Maria Laura Bocchetti Protti. In 22 hanno scelto una facoltà nella sede universitaria di Trento, 16 frequentano l'Università di Padova, 9 hanno preferito Venezia. Seguono Udine (7) e Milano (4). Poi Trieste, Verona, Torino, Bologna, Bolzano, Siena. Molti degli studenti hanno dovuto superare test di ammissione, a volte decisamente selettivi. Tra gli ambiti universitari verso cui i giovani bellunesi si sono indirizzati due volano sopra a tutti: architettura ed ingegneria(elettronica, aerospaziale, energetica, civile) con 20 studenti. Stessi numeri, supergiù, nell'ambito di economia, amministrazione aziendale e giurisprudenza. Ben distanziate sono lingue (7) e fisica (4). A ventaglio (1 studente) matematica, astronomia, medicina, scienze statistiche, informatica, scienze alimentari, scienze biomolecolari. Colpisce un dato: «Il 21% si è iscritto a lettere, filosofia e lingue, in salita rispetto agli anni scorsi, secondo la Fondazione. Mentre è in calo medicina». Nel consegnare il premio 1000 euro a testa, ai 31 ragazzi e 39 ragazze il presidente della Fondazione, Antonio Marrone ha ricordato agli studenti come «non tutti nascono con le stesse capacità, alcuni riescono nelle azioni, altri emergono per il pensiero. Tutti contribuiscono al benessere sociale, ed ogni onesto mestiere ha la sua elite di rappresentanza». Nel quarantesimo dalla nascita della Fondazione sono stati ricordati sia l'avvocato Protti (visse con modestia, animato da spirito di servizio) sia i membri dell'attuale Consiglio direttivo che gestisce circa 650mila euro di lascito: Gianni D'Ambros, Luciano Piazza, Ido De Lorenzo, Albarosa De Martin, Gino Zornitta, Anna D'Ambros, Ginevra De Marchi e Silvia Pison. Dino Buzzati, infine, ha idealmente preso tutti per mano grazie alla lezione di Francesco Demattè, dirigente scolastico alla Ricci, che ha disquisito sul genius loci dello scrittore-giornalista: «Buzzati ha la capacità di trasporre il particolare nell'universale, e Belluno diventa figura del confine tra nord e sud».

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Il Gazzettino