PESCARA - «Sarebbe bastato uno spazzaneve a turbina arrivato in tempo per salvare molte vite. Non dico che sia colpa di qualcuno, non è possibile allo stato affermarlo. Non ci...
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Poi il lavoro della Procura punterà sulla madre di tutti i problemi, le autorizzazioni concesse nell'arco di 50 anni per la costruzione e i successivi ampliamenti dell'albergo in una zona che molti pareri tecnici definiscono ad alto rischio di valanghe.
Dalla scheda del piano neve relativa alla zona Penne-Farindola salta fuori la prima sorpresa. Per i 22 micidiali chilometri a monte di Penne, dal bivio di Cupoli, dove la colonna dei soccorsi mercoledì notte si è arenata per ore, fino a Rigopiano, il mezzo messo a disposizione della ditta privata convenzionata con la Provincia di Pescara è un «trattore agricolo con vomere e spargisale, potenza 127 Hp». Un veicolo nato per arare i campi, meno potente di un suv e attrezzato alla bisogna con una pala anteriore per liberare uno dei comprensori più nevosi del territorio, che oltre all'hotel dei vip ospita una comunità di 1551 persone in gran parte anziane e le aziende che producono il celebre pecorino di Farindola, l'oro di queste montagne. Non è l'unica falla che affiora nel dispositivo del soccorso. È Stefano Di Domizio, segretario provinciale della Cgil funzione pubblica di Pescara, a denunciare che nei giorni della tragedia lo spazzaneve a turbina in dotazione alla Provincia era guasto. Circostanza confermata dall'amministrazione, con la precisazione che proprio questo dato ha suggerito la richiesta di un mezzo dell'Anas fin dalla mattina di mercoledì. Ci si interroga poi sulle dotazioni dell'albergo, che ha la responsabilità sul tratto di strada privata di circa duecento metri dal piazzale del parcheggio all'innesto con la provinciale.
P.M.
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Il Gazzettino