LO SCONTRO TREVISO «Mi piaceva di più la Treviso solidale e accogliente

LO SCONTRO TREVISO «Mi piaceva di più la Treviso solidale e accogliente
LO SCONTROTREVISO «Mi piaceva di più la Treviso solidale e accogliente che ho conosciuto in questi due anni». Più che un giudizio, quella espressa dal prefetto Maria Rosaria...

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LO SCONTRO
TREVISO «Mi piaceva di più la Treviso solidale e accogliente che ho conosciuto in questi due anni». Più che un giudizio, quella espressa dal prefetto Maria Rosaria Laganà è una riflessione ad alta voce. Gli episodi accaduti nelle ultime ore hanno cambiato qualche equilibrio tra le istituzioni e incrinato alcuni rapporti. Al prefetto, per esempio, è piaciuto pochissimo, per non dire per niente, quanto accaduto in via Pisa. A turbarla non è stato tanto la reazione dei residenti, ma l'aver visto autorità come sindaco e consiglieri comunali intervenire con toni ed espressioni a dir poco critiche alimentando polemiche e paure.

IL QUADRO
La scelta fatta all'ultimo tavolo sicurezza in Prefettura è stata chiara: essendo impossibile una netta divisione tra positivi e negativi all'interno dell'ex caserma Serena, chi si negativizza deve essere spostato altrove. Scelta che ha una duplice spiegazione: mantenere dentro la Serena solo i richiedenti asilo e gli operatori positivi; far gradualmente calare il numero delle persone ospitate. Nel frattempo i negativi verranno trasferiti in altre strutture più piccole. Nessuno lo dice chiaramente, ma è esattamente lo schema dell'accoglienza diffusa che gli amministratori di centrodestra vedono come fumo negli occhi. Prefetto a questore però hanno fatto ragionamenti diversi: meno persone dentro il centro d'accoglienza, soprattutto in questa fase a così alta tensione, significa una migliore gestione anche dal punto di vista della sicurezza. Il prefetto sarebbe quindi aspettato una maggiore collaborazione. Ma qualcosa non ha funzionato.
LE SCINTILLE
Per esempio, il sindaco Mario Conte non ha per nulla gradito di aver saputo solo all'ultimo secondo, e a cosa ormai già fatte, del trasferimento dei primi cinque richiedenti asilo negativizzati nel grattacielo di via Pisa. Poi, in realtà, non sono stati loro ad andare negli appartamenti gestiti dalla cooperativa Hilall ma altri migranti, equivoco che però non è bastato a placare gli animi. Questo episodio ha però contribuito a rendere ancora più gelidi i rapporti tra prefettura e Ca' Sugana. E un nuovo picco polemico è atteso per lunedì o martedì, quando arriverà la conferma che altri 71 richiedenti asilo non presentano più tracce nel virus e quindi potranno, anzi dovranno, uscire dall'ex caserma. Dalla prefettura confermano che verranno spostati, come da programma ma senza specificare dove. Da Ca' Sugana invece il sindaco ribadisce che la soluzione migliore per tutti sarebbe quella di continuare a non fare uscire nessuno e dividere bene positivi e negativi all'interno della struttura: «Le palazzine adatte e distanti tra loro ci sarebbero. Ma pare che una soluzione così semplice sia impossibile», ha sibilato nei giorni scorsi con parecchi toni polemici.

E ieri, nel commentare i nuovi disordini, è stato ancora più duro: «La misura è colma. I delinquenti, una volta finita la quarantena, attualmente i positivi sono 155 su 255 tamponi eseguiti tra mercoledì e giovedì, vanno mandati a casa. Loro». E così ritorna anche il ritornello tanto caro agli amministratori leghisti: la chiusura dell'ex caserma. Anche in Prefettura vedrebbero bene questa soluzione, ma non adesso. Non con un'emergenza in corso. E non senza avere soluzioni appropriate. Quindi, ancora per qualche tempo, si continuerà così.
P. Cal.
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Il Gazzettino